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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Zona Universitaria / Via Giuseppe Petroni

Via Petroni, polemica comitato/confersercenti su stop a dehors: "Vengano qui una notte!"

Un botta e risposta fra il comitato di via Petroni e Confesercenti, dopo che il Tar ha accolto il ricorso sulla presunta irregolarità di alcuni dehors

Una nuova polemica invade via Petroni e questa volta il clima si riscalda dopo la sentenza del Tar di Bologna che ha accolto il ricorso dei residenti sospendendo cinque dehors e, soprattutto, dopo una lettera che l'associazione "Via Petroni e Dintorni" ha indirizzato a Massimo Zucchini, presidente di Confersercenti invitandolo anche ad andare a casa loro e 'godere' dello spettacolo notturno in prima persona: "Le chiediamo, in qualità di rappresentante di una delle maggiori Associazioni di categoria cittadine, tutela e solidarietà per le condizioni intollerabili nelle quali siamo costretti a vivere e a lavorare, in una zona oggetto di gravissime forme di degrado e di illegalità. Questa parte della città ha subito nel corso di un decennio una radicale trasformazione del proprio tessuto produttivo, causata soprattutto dal depauperamento progressivo del patrimonio di botteghe di commercianti e di artigiani che un tempo qui esistevano, senza che nessuno abbia fatto niente per frenare o contrastare questo fenomeno con interventi ed incentivi appropriati o piani di riqualificazione urbana previsti ed auspicati, fra l’altro, dal vigente regime di liberalizzazione".

Nella lettera firmata Giuseppe Sisti, i residenti si definiscono stupefatti e contrariati dal fatto, che "Il Signor Lorenzo Rossi, direttore di Confesercenti, abbia voluto esortare alcuni commercianti a non rispettare la sentenza di un tribunale". Non solo, Rossi "ci accusa di non voler trovare un punto di equilibrio ma di avere come obiettivo la chiusura delle attivita'". Ma Rossi ignora,  che "noi denunciamo esclusivamente comportamenti irrispettosi dei diritti altrui, illegali, arroganti e violenti. Denunciamo chi vende alcool ai minori, chi minaccia i nostri associati perche' hanno il coraggio di lamentarsi o chi ha strombazzato per mesi alle dieci in punto di ogni sera per annunciare l'inizio dello sballo". Insomma, "ben vengano le luci di bar e ristoranti, la presenza di persone per le strade, la vivacita' di una citta' che ama divertirsi e far tardi, ma questo deve avvenire nel rispetto della reciproca convivenza, altrimenti si tratta di barbarie", conclude Sisti.

LA REPLICA DI CONFESERCENTI. "Conosciamo molto bene le regole, non ce le devono insegnare loro - replica Confesercenti Bologna - Non ho mai invitato i nostri esercenti a disobbedire alla sentenza, ho semplicemente detto che per smontare le strutture eventualmente devono aspettare la notifica dell'amministrazione". Amministrazione a cui "abbiamo chiesto di ricorrere in appello, o di emanare una nuova autorizzazione che motivi il superamento del diniego del Quartiere San Vitale". E' proprio questo il punto su cui fa perno la decisione dal Tar di Bologna: "In ogni caso- continua Rossi- noi abbiamo chiesto al Comune di imboccare una strada che eviti lo smontaggio dei dehors". Dunque, "la polemica di Sisti e' inutile e pretestuosa", chiosa Rossi.

LA LETTERA DELL'ASSOCIAZIONE VIA PETRONI E DINTORNI A CONFESERCENTI:

Egregio Presidente della Confesercenti di Bologna
Signor Massimo Zucchini,
Le scriviamo in qualità di cittadini ma anche di operatori economici: commercianti, imprenditori ed artigiani che lavorano o abitano in Via Petroni o nelle sue immediate vicinanze che si sono costituiti in associazione per cercare di tutelare diritti e di creare opportunità di incontro e socializzazione fra gli abitanti e gli utenti della stessa area urbana.

Le chiediamo, in qualità di rappresentante di una delle maggiori Associazioni di categoria cittadine, tutela e solidarietà per le condizioni intollerabili nelle quali siamo costretti a vivere e a lavorare, in una zona oggetto di gravissime forme di degrado e di illegalità.
Questa parte della città ha subito nel corso di un decennio una radicale trasformazione del proprio tessuto produttivo, causata soprattutto dal depauperamento progressivo del patrimonio di botteghe di commercianti e di artigiani che un tempo qui esistevano, senza che nessuno abbia fatto niente per frenare o contrastare questo fenomeno con interventi ed incentivi appropriati o piani di riqualificazione urbana previsti ed auspicati, fra l’altro, dal vigente regime di liberalizzazione.

Il posto delle vecchie botteghe è stato preso da una miriade di attività, per lo più dedite allo spaccio di alcolici, e da produttori di cibo da asporto, che qui si sono concentrati in modo aberrante rispetto a qualsiasi logica di servizio equilibrato ed utile per la cittadinanza residente e per gli utenti della zona. Esistono in zona alcuni pubblici esercizi che operano spesso nella più totale anarchia fino a tarda notte, e che sono privi dei più elementari requisiti che tale tipo di locali dovrebbe avere. Alludiamo alle indispensabili insonorizzazioni, ad un numero adeguato di servizi igienici in rapporto al numero degli avventori, all'adeguamento alle opportune misure di sicurezza per locali che arrivano ad ospitare contemporaneamente decine e decine di persone.

Questa situazione ha l'effetto di catalizzare ogni notte (ed alcune notti della settimana in modo macroscopico) la presenza di diverse centinai di individui che sostano schiamazzando nelle prossimità dei locali, causando assembramenti di persone spesso ubriache e moleste, incontrollate ed incontrollabili. Per molte di queste persone è ormai prassi comune andare ad urinare, uomini e donne, vicino alle colonne, contro le pareti ed i portoni dei palazzi circostanti disseminando ovunque vetri rotti, bottiglie e lattine, immondizie di ogni genere, residui di cibo e tracce di vomito e di escrementi. Per i residenti che hanno la sfortuna di avere le finestre su un locale chiassoso, è impossibile pensare di riposare fino ad almeno mezz'ora dopo la chiusura dello stesso, subendo una costante violenza fisica e morale che gravemente li danneggia nella salute e nei fondamentali diritti di ciascuno alla quiete ed al riposo.

Quanto le raccontiamo non è il patetico lamento di vecchi bacchettoni noiosi, come qualcuno ha tentato di descriverci, ma di persone: lavoratori, studenti, pensionati, giovani ed anziani. Basterebbe dedicare qualche ora di una "serata calda" all'osservazione sul posto del fenomeno, per rendersi conto della gravità e della intollerabilità della situazione. Qualora volesse onorarci della Sua presenza, saremmo lieti di ospitarla, offrendole un punto di osservazione privilegiato da una delle nostre finestre.

Siamo infine stupefatti e contrariati dal fatto, che il Signor Loreno Rossi, direttore della Sua Associazione, abbia voluto esortare alcuni commercianti a non rispettare la sentenza di un Tribunale, nelle cui motivazioni sono chiaramente ed inequivocabilmente indicate le ragioni che l’hanno prodotta. Non solo, il Signor Rossi ci accusa di non voler trovare un punto di equilibrio ma di avere come obiettivo la chiusura delle attività. Forse il Signor Rossi non conosce a fondo la situazione della zona e non sa che la maggior parte delle attività commerciali, compresi bar e ristoranti, mai sono state oggetto delle nostre lamentele e che con i titolari delle stesse intratteniamo ottimi rapporti di buon vicinato.

Noi denunciamo esclusivamente comportamenti irrispettosi dei diritti altrui, illegali, arroganti e violenti. Denunciamo chi vende alcool ai minori, chi manaccia i nostri associati perché hanno il coraggio di lamentarsi o chi ha strombazzato per mesi alle dieci in punto di ogni sera per annunciare l’inizio dello sballo. Noi denunciamo chi contribuisce a impedirci di dormire e di riposare, come è nostro diritto, e, incurante del problema, non fa nulla per contrastare i disturbi che assordano la nostra notte.

Forse il Signor Rossi non sa anche che molti dei dehors risultavano sin dall’inizio non corrispondenti alle prescrizioni delle concessioni ed erano già stati oggetto di richieste di modifica ed adeguamento da parte del Comune e che nessuno di essi ha pensato lontanamente di ottemperare a tale richiesta; nemmeno chi ha abusato al punto di occupare un’area doppia di quella concessa.
Qualcuno ci accusa di voler risolvere i nostri problemi per via giudiziaria, ma ci preme ricordarle che siamo arrivati a questo passo unicamente per la latenza della nostra Amministrazione che non ha voluto e saputo mettere in campo provvedimenti idonei alla situazione.

Sapesse quanto ci costa tutto ciò, in termini di tempo, di salute ed infine economici. Sarebbe tanto meglio per noi non dover disperatamente cercare tutele che una città civile dovrebbe garantire a prescindere ai propri cittadini.
Caro Presidente, ben vengano le luci di bar e ristoranti, la presenza di persone per le strade, la vivacità di una città che ama divertirsi e far tardi, ma questo deve avvenire nel rispetto della reciproca convivenza, altrimenti si tratta di barbarie. Riteniamo infine che il problema sia anche e soprattutto culturale. Non è ammissibile che così tanti rappresentanti delle Istituzioni cittadine, dei partiti politici, delle associazioni, possano perorare la cultura dello sballo totale, del commercio comunque ed ad ogni costo senza considerare i danni di carattere etico e morale che tali atteggiamenti producono.

La situazione della nostra strada è sotto gli occhi di tutti. La invitiamo, gentile Signor Zucchini, a trovare un cittadino bolognese, non residente in Via Petroni, che passando nella via, un fine settimana in tarda serata, non giudichi la situazione invivibile e non si domandi come facciamo noi a sopravvivere.
La recente sentenza del TAR, a nostro favore, sancisce definitivamente una priorità fra tutti gli interessi in gioco che è quella del diritto costituzionale dei cittadini alla salute ed al riposo. E’ un diritto che difenderemo sempre con ogni mezzo e con cui gli operatori economici interessati debbono confrontarsi responsabilmente e non solo in via Petroni.
In attesa di incontrarLa, la salutiamo cordialmente.
Associazione Via Petroni e Dintorni
Il Presidente Giuseppe Sisti

 

(Fonte Dire)

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