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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni

Via Zamboni, i collettivi smontano i tornelli e li portano in rettorato

I collettivi tornano al 36 di via Zamboni, dove, come annunciato ieri, sono intenzionati a risolvere 'definitivamente' la questione della selezione all'ingresso

Alla fine li hanno smontati. Come annunciato ieri, studenti e militanti dei collettivi oggi all'ora di pranzo, dopo una brevissima assemblea, hanno letteralmente smontato le porte di emergenza collocate al centro degli ingressi al dipertimento di scienze umanistiche, in via Zamboni 36 (GUARDA IL VIDEO). 

"Fuori i tornelli dal 36" hanno gridato un centinaio di persone, mentre in sottofondo si sono cominciati a sentire i primi colpi sordi alle porte, che venivano asportate dalla loro sede. Assieme alle porte sono finiti divelti però anche i lettori delle carte magnetiche, indispensabili per far funzionare i cosiddetti 'tornelli'. 

Mentre due grandi striscioni impedivano la vista delle operazioni, osservate da vicino da una decina di agenti in borghese, i militanti del Cua (Collettivo Universitario Autonomo) e altri gruppi di giovani e studenti hanno quindi trasportato le due pesanti porte di vetro per un centinaio di metri, fuori dalla biblioteca. 

Percorsa via Zamboni, e imboccato l'ingresso del rettorato, il gruppo di manifestanti ha poi adagiato le porte sui banconi dell'anticamera degli uffici amministrativi di via Zamboni 33, vergando la scritta "36 libero" su una di esse.

"Ci hanno paragonato alle barricate di Goro e Gorino contro l'arrivo dei migranti, ma noi le barriere non le abbiamo alzate, le abbiamo abbattute, siamo l'antidoto a quello successo laggiù. E ora abbiamo riportato le porte al rettore perché se le riprenda" rivendica Luca, militante del Cua affiancato da Mario, studente di giurisprudenza che ci tiene a essere riconosciuto come "non militante del collettivo".

In un momento a margine, i due militanti respingono in blocco le accuse rivolte loro dai vertici dell'università nei giorni scorsi: "La biblioteca del 36 è molto frequentata dagli studenti: a volte non c'è posto, non è vero che ci va poca gente" chiosa Mario, che aggiunge: "Studenti e dipendenti spaventati da noi? Forse Ubertini è molto che non mette piede in via Zamboni 36".

L'universita' di Bologna, per il momento, non replica. Sulla questione, il prorettore vicario Mirko Degli Esposti si limita a dire che non intende "aggiungere nulla a quanto detto ieri dal rettore Francesco Ubertini", che ha ventilato possibili sanzioni disciplinari per alcuni degli studenti protagonisti delle proteste di questi giorni. Quanto all'apertura della biblioteca fino a mezzanotte, difficilmente attuabile in assenza della porta d'emergenza, Degli Esposti afferma che l'Ateneo "valutera' il da farsi".

Intanto, dopo i momenti più tesi, il gruppo di studenti ha attrezzato sotto i portici davanti il rettorato una mini-mensa, distribuendo un piatto di pasta ai partecipanti la protesta. E mentre in molti hanno cominciato ad andare via alla spicciolata, una voce al megafono ha ricordato: "Domani appuntamento davanti alla biblioteca, sempre alle 13, per una nuova assemblea per valutare insieme le eventuali risposte dell'Universita', e per decidere le prossime azioni da mettere in campo".

Tutto lascia supporre che se lo scontro con gli studenti e le studentesse del Cua dovesse proseguire, l'Ateneo non tarderà a prendere provvedimenti. Il rettore lo ripete più volte: "Così non si può andare avanti".

Biblioteca via Zamboni: smontati i tornelli

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