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Cronaca Via Fioravanti

Emergenza casa, da artigiano con 'una vita 'normale' a occupante abusivo

Cosa spinge ad occupare? Tra i 300 abusivi dell'ex Telecom di via Fioravanti ci sono stranieri, italiani, chi ha magari ha sempre faticato a tirare avanti, ma anche chi fino a qualche tempo fa conduceva una vita 'normale'. Poi, per un motivo o per un altro, si è ritrovato a perdere tutto: lavoro, casa e pure il compagno di vita

Sono 106 bambini, 8 donne in gravidanza, 10 disabili e quasi 200 altri adulti (quasi una ottantina di famiglie), a vivere dallo scorso dicembre nella palazzina ex Telecom di via Fioravanti). Lo stabile era sfitto da diversi anni e loro lo hanno occupato abusivamente. Lo hanno reso accogliente e - raccontano - sono  stati ben accolti dagli altri residenti della zona.
Ma cosa spinge ad occupare? Quali sono le loro storie? Tra gli occupanti di via Fioravanti ci sono tanti stranieri, ma non solo. Ci sono numerosi italiani, provenienti dal Sud, ed anche bolognesi. Ci sono persone che hanno sempre faticato a tirare avanti, ma anche persone che fino a qualche tempo fa conducevano una vita 'normale'. Poi, per un motivo o per un altro, si sono ritrovati a perdere tutto: lavoro, casa e magari pure il compagno di vita.

E' quello che è successo ad esempio a Stefano, 47 anni di Bologna, ex-artigiano vittima della crisi, due figli. Una storia purtroppo comune a molti: un lavoro in proprio, una famiglia, una casa. Poi la separazione, la crisi e quel tetto che viene a mancare con la responsabilità di un figlio a carico: "L'occupazione è solo un mezzo per la lotta (e solo dopo le occupazioni le pubbliche amministrazioni si accorgono di noi) ed è normale che tutti noi speriamo in soluzioni alternative. Quando ho conosciuto Social Log abbiamo ragionato sul problema casa in Italia e ho deciso di fare richiesta per venire a vivere qui finchè non ci sarà una soluzione adeguata".
E a scuola? Tuo figlio si è trovato a disagio quando si è scoperto che vive da 'occupante'? "No - ci ha raccontato Stefano - una volta spiegata la situazione  all'insegnante, è stato tutto molto normale".

Via Fioravanti: ex Telecom occupata

Storia simile, quella di Concetta, 41 anni, pugliese, vedova con un figlio. Concetta aveva tre lavori (operatrice socio sanitaria, un posto nelle mense e faceva le pulizie), ma a un certo punto fra diminuzione delle ore e crisi, li ha persi tutti e tre ed è rimasta sola con suo figlio, che è appena diventato maggiorenne e frequenta una scuola professionale: "Gli assistenti sociali non sono riusciti a darmi una soluzione, fatta eccezione per un alloggio presso una parrocchia di cui ho potuto usufruire subito dopo lo sfratto (non lavorando più, non avevo più la possibilità di pagare l'affitto), ma poi il rischio era quello di finire per strada. E di finirci con mio figlio. Poi mi hanno suggerito di andare allo sportello Social Log e di raccontare la mia storia: dopo un percorso insieme sono stata accolta qui in via Fioravanti, dove mi sono sistemata in uno degli appartamenti ricavati".
Mobili di recupero, un po' di ingegno per sfruttare lo spazio e fare ordine con i pochi mezzi necessari, un ambiente accogliente, il profumo delle torte appena sfornate e qualche commento sulla vita in comunità e la prospettiva di un nuovo lavoro: "Qui siamo diventati una grande famiglia e ci aiutiamo l'uno con l'altro. Per me è stata la salvezza e adesso l'unica cosa che spero avvenga sia di trovare un lavoro decente. Ho sostituito una badante per un mese, ma questo è stato il meglio che ho trovato".

Nella palazzina di via Fioravanti trova spazio anche la musica: nel giro fra gli appartamenti abbiamo scoperto anche una camera allestita a 'sala prove': strumenti musicali e un gran ritmo, quello dei "Royal Bologna".

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