Nell'hub di terapia intensiva del Maggiore: "La guerra si vince fuori" | VIDEO
Siamo entrati nell’area critica, al 12^ piano dell’Ospedale Maggiore, inaugurata a giugno con il ministro della Salute Speranza. Ad oggi sono occupati 27 letti Su 34
Il direttore dell'area critica di terapia intensiva dell'ospedale Maggiore di Bologna, Nicola Cilloni, non usa mezzi termini: "Se qualcuno pensa che questa sia una favola, faccia un giro qua dentro per capire che una favola non è". Fino a venti giorni fa il reparto, pronto già da tempo ad una eventuale seconda ondata, non ospitava pazienti covid.
"Rispetto a marzo si vedono pazienti più giovani – afferma Cilloni – noi qui curiamo i pazienti, ma i pazienti si ammalano fuori. Lavoriamo sempre, tanto, ma con un po' di malincuore pensando che, da parte dei cittadini, con maggiore senso civico l'impatto poteva essere ridotto. La vera battaglia la fanno i cittadini – prosegue – facendo e rispettando quelle che sono le normative di sicurezza, chiediamoci per esempio perché, se c'è un'app che può aiutare, la scaricano in pochi".
Ad oggi sono ricoverati 27 pazienti su 34 posti letto disponibili. In totale, i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Emilia-Romagna sono 119, 43 a Bologna. Al Maggiore, che rientra nella rete hub con altri ospedali, questo nuovo reparto con tre aree critiche è stato pensato e costruito per essere vissuto anche dai parenti dei ricoverati.
Alla cosiddetta 'bolla' infatti – una zona sicura con un particolare sistema di areazione e grandi vetrate – possono accedere tutti in sicurezza e, grazie ad una comunicazione via radio, anche i familiari dei pazienti possono comunicare con loro. Quando possibile.
"Nei casi peggiori – spiega la psicologa dell'area critica, Elisa Righini – i familiari, se se la sentono, possono essere vestiti e in sicurezza accedere al reparto per trascorrere l'ultimo momento insieme al loro caro e questo anche per l'elaborazione del lutto è estremamente importante".
Hub nazionale e regionale per la Terapia Intensiva
Oltre al Maggiore compongono la rete: il Policlinico S.Orsola, l’Ospedale Maggiore di Parma, il Policlinico di Modena, l’Ospedale Civile di Baggiovara e l’Ospedale degli Infermi di Rimini. Una rete che offre complessivamente 146 posti letto sempre utilizzabili, per curare oggi pazienti ammalati di coronavirus e, in futuro, per ogni tipo di evenienza clinica che richieda il ricorso a cure intensive.