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Cronaca

Rifiuto di affitto villa per matrimonio gay: parte richiesta danni

Gli sposi avevano già scelto la location e fatto sopralluoghi con tanto di wedding planner, quando sarebbe arrivato il diniego. La Torre: "Danno economico, accampando scuse". Lo Giudice: "Segno delle prime reazioni scomposte di fronte al nuovo istituto"

Salta la cerimonia di nozze nella villa in provincia di Bologna prescelta dagli sposi. A rovinare la festa sarebbe stata la proprietaria della location, che avrebbe negato gli spazi dopo aver scoperto che il ricevimento era per festeggiare l'unione tra due donne. Ora la proprietà dovrà affrontare una richiesta di risarcimento per "responsabilità precontrattuale". Così fa sapere la consigliera comunale di Sinistra italiana, e avvocato, Cathy La Torre, che assiste la coppia di sposi.

In sostanza, dice La Torre, "la proprietaria si è tirata indietro nella trattativa, accampando delle scuse, quando le due ragazze avevano già fatto dei sopralluoghi con la wedding planner, causando loro un danno economico". Infatti, prosegue, "la wedding planner aveva già fatto i piani per la festa pensando che si sarebbe tenuta lì, e fatturerà loro le ore lavorate, anche se quei piani ora sono inutili e andranno rifatti in base alla nuova location".

Da qui la decisione di chiedere un risarcimento, che secondo La Torre è l'unica strada percorribile "in assenza di un quadro normativo sulle discriminazioni nei confronti delle persone Lgbt".

Sul caso è intervenuto il senatore PD Sergio Lo Giudice, che ha detto: “Quanto accaduto è il segno delle prime reazioni scomposte di fronte al nuovo istituto. Nessuno pensi che queste manifestazioni di omofobia  e di boicottaggio delle unioni civili rimarranno in silenzio". “Com’è già successo altrove – spiega Lo Giudice - dall’Europa agli Stati Uniti, l’ampliamento dei diritti di gay e lesbiche fa scattare anche un incremento di reazioni omofobiche. Ma sia chiaro che di fronte all’azione di contrasto di diritti acquisiti e di violazione del principio di non discriminazione saranno i tribunali a decidere e sanzionare. Il tempo delle vessazioni gratuite e dei timori a denunciare soprusi è finito”.
 
“Bologna dovrà essere un modello per l’attuazione delle prossime celebrazioni delle Unioni civili – aggiungono Roberta Li Calzi e Saverio Bui, candidati in consiglio comunale nella lista PD -.  Dalle modalità di celebrazione delle cerimonie  in Comune al modo in cui i diritti delle nuove famiglie saranno rispettati nello spazio cittadino, vigileremo sul rispetto di una concreta parità di trattamento delle coppie dello stesso sesso, com’è nella tradizione di Bologna che della pluralità ha sempre fatto una ricchezza”. 

Agenzia Dire

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