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Cronaca Castel Maggiore

Castel Maggiore: il 9 marzo inaugura il 'Villaggio di Oreste'

Una nuova realtà di accoglienza promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, in memoria del fondatore Don Oreste Benzi

Una nuova realtà di accoglienza di persone con diversi tipi di difficoltà, promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, sarà chiamata il “Villaggio di Oreste”, in memoria del fondatore, Don Oreste Benzi.

Il Villaggio sarà inaugurato Sabato 9 Marzo alle ore 11:15 nelle campagne di Castel Maggiore, in via Sammarina 12. A tagliare il nastro sarà l'Arcivescovo Matteo Zuppi insieme al Sindaco di Castel Maggiore Belinda Gottardi, la Vice-presidente della Regione Elisabetta Gualmini ed il successore di don Benzi, Giovanni Paolo Ramonda. La Diocesi di Bologna ha finanziato i lavori per la ristrutturazione dell'immobile in cui ha sede una casa famiglia ed i locali per gli incontri. 

Il “Villaggio di Oreste” cos'è

La nuova struttura ospiterà la Comunità terapeutica “San Giuseppe”, per il recupero di persone con problemi di dipendenza patologica da sostanze o da comportamento; la Casa “Saliceto” per gli accompagnamenti post programma ed il reinserimento sociale; la Comunità “San Giovanni Battista” per il reinserimento sociale/lavorativo di persone marginali con problemi di dipendenza e/o di salute mentale; la Capanna di Betlemme per l’accoglienza di persone senza fissa dimora e di tanti poveri che bussano alle nostre porte sia per bisogni primari sia per progetti residenziali a lunga scadenza; la Casa Famiglia “Santa Clelia” per l’accoglienza di minori in difficoltà e di persone con disabilità grave.

Nel corso della mattinata interverranno i giocatori di basket della Fortitudo

«Con questo villaggio, una rete di realtà di accoglienza tra loro vicine, cerchiamo di dare una risposta alle persone che portano ogni giorno la croce della marginalità e dell’esclusione sociale, siano esse persone affette da dipendenza patologica o disagio psico-sociale, persone senza fissa dimora, o persone senza famiglia o con difficoltà familiari gravi» spiega Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII. 

«Vorremmo che questi luoghi diventino un centro di attrazione per tutti i giovani – continua Ramonda - che sono in ricerca di se stessi e del significato più profondo della loro vita. Perchè in queste case si svela il fascino di Gesù e della sua proposta di vita».

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