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Cronaca

Amore criminale: primato femminicidi all'Emilia Romagna, Bologna in testa

Vittime di un'inconfessabile violenza domestica, morte per mano dei loro compagni. Un copione che si ripete sempre uguale. Il dato allarma, Barbati: "Occorre legge per reato di femminicidio"

Oltre 600 le donne che si rivolgono alla 'Casa delle Donne' di Bologna ogni anno per casi di violenza domestica prevalentemente da parte del partner o dell’ex partner. Spesso queste situazioni finiscono in tragedia: nella nostra città, nel 2011, è successo a Ilham Azounid, a Camilla Auciello, Augusta Alvelo ed Elsa Boni.

DRAMMI BOLOGNESI: Le storie

NUMERI DELL'ORRORE. E l'Emilia-Romagna si macchia di sangue, detenendo il primato dei femminicidi. Nel 2011 sono state 120 i delitti in tutta Italia: 58 al Nord, 21 al Centro, 30 al Sud e 11 nelle isole. 
Nel dettaglio la nostra Regione ne ha annoverati 17: tra le province emiliano-romagnole maglia nera a Bologna e Modena,che ne hanno contati quattro ciascuna solo nello scorso anno.
Un dato che impone di analizzarne i motivi per trovare soluzioni urgenti: questo l’argomento trattato oggi dai consiglieri regionali Liana Barbati (Idv) e Mauro Malaguti (Pdl) e Cristina Karadole, della Casa delle donne per non subire violenze di Bologna.
"Chiediamo che anche la Regione sostenga la nascita del reato di femminicidio, che esiste nel resto d'Europa ma non da noi - sostiene Barbati - Diventa necessario smettere di tollerare o nascondere questo reato che di solito avviene in familia."
"Importante sottolineare - prosegue la Barbati - che tutti questi tipi di reato hanno spesso la scusante del 'Si, ma io la amavo': impossibile definire amore la violenza e la sudditanza da parte delle donne che subiscono un rapporto malato e fanno poi fatica a trovare tutele una volta denunciato, visto che vengono rimandate a casa in balia della paersona che hanno denunciato".

UN COPIONE SEMPRE UGUALE. “La dinamica con cui scatta la violenza dei maltrattatori – spiegano dalla Casa delle Donne - sembra provenire da un manuale ed è come se avessero frequentato tutti la stessa scuola sulla ruota del potere del controllo. Si parla di raptus a volte, ma i raptus sono cosa ben differente; oggi leggiamo dei suicidi dovuti alla crisi economica: pensiamo anche a tutte quelle donne che non reggono alcune situazioni troppo difficili e che decidono di farla finita”. Fra i casi di violenza finiti in tragedia a Bologna il più duro è stato certamente quello di Ilham, giovane donna picchiata, maltrattata e uccisa da un marito che non era neppure tale per la legge italiana.

LA CASA DELLE DONNE DI BOLOGNA. La Casa delle donne per non subire violenza, aperta dal 1990, è gestita dall'associazione omonima, ed è un luogo dove le donne possono confrontarsi con il problema della violenza, trovando uno spazio di ascolto e di sostegno alle loro scelte. E’ una struttura composta da un Centro di accoglienza pubblico e da appartamenti a indirizzo segreto per l'ospitalità. I servizi che la Casa delle donne offre sono rivolte alle donne che hanno subito violenza e chiedono aiuto. L'associazione offre anche un servizio ai figli delle donne accolte e gestisce un progetto per donne che escono dalla tratta e dalla prostituzione coatta.
 

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