Dove si annida il virus a Bologna: focolai in famiglia, in una settimana incidenza su del 30 per cento
Il report allegato all'ordinanza Bonaccini spiega con i dati il perché della stretta. Nei territori situazioni a macchia di leopardo, preoccupa l'incidenza in alcune classi di età, in particolar modo quella dei giovani adulti (+70 per cento)
Focolai in famiglia, al lavoro e a scuola, con un andamento in forte crescita nelle ultime tre settimane, a macchia di leopardo nel territorio e con un Rt che in breve tempo porterebbe alla saturazione dei posti Covid negli ospedali.
Ecco perché Bologna fino a metà marzo sarà in arancione scuro. I dati sono allegati all'ultima ordinanza regionale che fissa la stretta. I contagi si concentrano soprattutto dentro le famiglie, ma è facile intuire come i due ambiti che ne interessano maggiormente i componenti -cioè scuola per i bimbi e lavoro per gli adulti- possa fungere da catalizzatore e fare moltiplicare le occasioni di trasmissione trasversale del virus, per di più con le varianti più virulente che stanno sostituendo il Covid 'originale'.
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Cifre alla mano, il report dell'Ausl di Bologna taglia corto. Nell’ultima settimana "si osserva un aumento significativo del tasso standardizzato di incidenza" in tutto il territorio metropolitano (Imola esclusa perché di competenza di una altra Ausl, ndr). In particolare, "si passa da 253,0 casi ogni 100.000 abitanti della settimana 8-14 febbraio ai 340,3 della settimana dal 15 al 21 febbraio (aumento del 34,5%)".
Insomma, già l'Rt di Bologna era da zona rossa, ma nelle ultime tre settimane è schizzato a 1,29, con scenari foschi all'orizzonte. La scelta di 'chiudere' Bologna quindi è un tentativo di limitare l'aumento delle cifre, che tra pochi giorni avrebbe portato probabilmente tutta la regione a diventare zona rossa.
Complessivamente "nell’Azienda USL di Bologna esiste una situazione epidemiologica di crescita costante dei tassi di incidenza settimanali" anche se gli altri indicatori, nonostante l’aumento dei casi, "non evidenziano una criticità di tenuta da parte dei servizi assistenziali se non per tutta l’attività di tracciamento che è fortemente condizionata dal numero assoluto di nuovi casi".
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Attenzione ad alcune fasce di età: sotto osservazione i giovani adulti
Sempre seguendo il resoconto dell'Ausl di Bologna "si osserva infine una importante crescita del tasso nelle classi di età 11-13 e 75-84 anni come anche nella classe di età tra i 20 e i 44 anni. Proprio in questa classe va tenuto in considerazione quanto incide il mondo giovanile universitario che nel territorio bolognese è stato anche contesto di importanti e diffusi focolai. In particolare "nell’ultima settimana la classe 75-84 anni (+87%) è stata quella con il maggiore incremento; a seguire troviamo la classe di età 11-13 anni (+67%) e quella tra i 20-44 anni (+70%)".
Bordon: "Senza interventi, in breve tempo posti letto saturi"
Uno scenario, quello dato dall'aumento dei contagi, che se non controllato poteva ripercuotersi anche sugli altri indicatori utilizzati dal Cts e dal ministero per deifnire i 'colori' delle regioni. A ricordarlo, qualche giorno fa, è stato Paolo Bordon, direttore della Ausl di Bologna.
"La proiezione di questi dati, elaborata dal gruppo di esperti dell’Università di Bologna, presenta scenari che, a seconda delle limitazioni agli spostamenti dei cittadini, prevedono nelle prossime settimane una occupazione di letti ospedalieri dedicati al COVID 19 che oscilla da un minimo di 800 (scenario arancione scuro) ad un massimo di 1.000 (scenario arancione), a fronte di una dotazione odierna di 646.
Per mantenere attive la cura e l’assistenza a tutte le patologie - conclude Bordon - oltre ad aumentare la dotazione di letti COVID, è più che opportuno quindi limitare la diffusione del virus”.