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Cronaca

Ospedali: le nuove regole della Regione per visitatori e accompagnatori

L'assessore: "Questi allentamenti non significano un ‘libera tutti', non possiamo permettercelo proprio ora che la campagna vaccinale è entrata nella fase clou e iniziamo finalmente a vedere la fine della pandemia”

Con il netto calo del numero di contagi, sono state riviste le regole per i visitatori e gli accompagnatori negli ospedali emiliano-romagnoli, per permettere ai pazienti di avere al fianco le persone più care e consenire anche a caregiver e volontari di svolgere le proprie attività. 

“Abbiamo sempre messo le persone al centro dei nostri percorsi di cura - ha detto l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini - e in questi mesi di diffusione del virus limitare ai pazienti la possibilità di vedere i loro cari è stata per noi una decisione sofferta ma necessaria per garantire la sicurezza di tutti. Ora che l’andamento dei contagi ce lo consente, abbiamo modificato molte delle norme, per consentire a chi è ricoverato di avere vicino le persone a cui tiene e che possono permettergli di affrontare la degenza con uno spirito sicuramente più favorevole alla guarigione.”

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“È importante però rimarcare che questi allentamenti non significano un ‘libera tutti' - conclude Donini- non possiamo permettercelo proprio ora che la campagna vaccinale è entrata nella fase clou e iniziamo finalmente a vedere la fine della pandemia”.

Visite ai reparti non Covid

È consentito l’accesso a una sola persona per paziente, di norma con almeno 12 anni ad esclusione dei casi di familiari stretti. Per le stanze con più letti sarà necessario nei limiti del possibile differenziare gli orari delle presenze esterne.

Di giorno, le visite potranno avere una durata massima di due ore, con deroghe per i pazienti non autosufficienti: ogni ricoverato avrà una sua fascia oraria durante la quale sono previsti gli accessi. In caso di sovraffollamenti o emergenze, il personale sanitario può limitare ulteriormente le visite.

Per quanto riguarda l’assistenza non sanitaria nelle ore notturne o al di fuori di quelle diurne prestabilite, sono le Aziende sanitarie a dover approntare regolamenti specifici, prevedendo il rilascio di autorizzazioni e la registrazione sia dei pazienti che la ricevono che dei caregiver che la forniscono.

Infine, la Regione suggerisce alle Asl e Aosp di incentivare l’accesso dei volontari, per il supporto che possono offrire sia per le attività legate alla pandemia, compresi i controlli agli accessi dei visitatori, sia per le necessità dei pazienti, e raccomanda alle aziende sia la vaccinazione dei volontari che l’assimilazione al personale sanitario per quanto riguarda controlli e screening.

Visite ai reparti Covid

Nei reparti Covid-19 e sospetti Covid-19 per i pazienti adulti non sono di norma ammesse visite. Nei casi in cui le direzioni sanitarie vogliano regolamentare diversamente, si deve prevedere per ciascun paziente l’accesso di un visitatore, in grade di dimostrare la vaccinazione o l’avvenuta guarigione, e gli si devono fornire gli adeguati dispositivi di protezione individuale insieme all’opportuno addestramento sul loro utilizzo.

Per supplire alla mancanza di contatto diretto con i familiari, le strutture sanitarie devono sia facilitare forme di comunicazione tecnologica, come tablet o smartphone, eventualmente fornendo i dispositivi ai pazienti sprovvisti, sia consentire modalità di raccolta degli effetti personali (dagli indumenti alle lettere destinate ai pazienti in isolamento), sempre evitando assembramenti.

Pediatrie e ostetricia

Nei reparti di pediatria, quindi per tutti i pazienti sotto i 18 anni, è consentita la presenza continuativa di un solo genitore o altra persona di riferimento. In caso di pazienti pediatrici positivi, è la direzione dell’unità di degenze, in accordo con quella sanitaria, a stabilire le modalità di accesso: restano valide le norme per l’accesso ai reparti Covid, dalla certificazione di vaccinazione o avvenuta guarigione all’uso dei Dpi dopo specifico addestramento.

Per quanto riguarda i reparti di ostetricia, ogni donna può scegliere una persona di riferimento che la accompagni per tutta la durata del parto dall’inizio del travaglio e che non può darsi il cambio con altri. Per la fase di degenza valgono le regole di accesso stabilite per tutti gli altri reparti, dalla visita nelle ore diurne all’identificazione di fasce orarie specifiche per ogni neo-mamma passando per il limite di un solo familiare per volta. In aggiunta, non è previsto l’accesso a fratellini o sorelline del nuovo nato.

L’eccezione è rappresentata dal fatto che queste norme non si applicano ai pazienti che accedono in ospedale per prestazioni già programmate o che si recano al Pronto soccorso: per loro sono previsti differenti percorsi specifici.

Accompagnatori al Pronto soccorso e alle visite ambulatoriali

Sia per i pronto soccorso che per i dipartimenti di emergenza e accettazione e per i servizi ambulatoriali, di norma non è prevista la possibilità di permanenza degli accompagnatori: fanno eccezione gli accompagnatori dei minori, dei disabili psichici, fisici o cognitivi non autosufficienti e- nel caso di visite di ostetricia- delle donne in stato di gravidanza, per cui anche il partner viene considerato un fruitore di prestazione sanitaria. 

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