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Cronaca

Alluvione: è il giorno del lutto, anche Bologna piange i suoi morti

Chi sono le persone che hanno perso la vita in questi giorni di emergenza maltempo. I momenti in ricordo a loro dedicati oggi e gli ultimi dati del disastro

Quattordici le vittime dell'ultima ondata di maltempo che ha piegato l'Emilia-Romagna. Loro insieme ai morti registrati durante le alluvioni di inizio maggio, vengono ricordate con una giornata di lutto nazionale. In diverse sedi istituzionali si è osservato un minuto di silenzio, in primis nella sede regionale di viale Aldo Moro a Bologna: "Non ci arrenderemo: anche a tutta questa devastazione, l’Emilia-Romagna reagirà. E si rialzerà", ha detto la presidente dell'Assemblea Emma Petitti che ha ricordato: "Oggi è giornata di lutto nazionale. Non solo l’Emilia–Romagna, ma tutto il Paese si raccolgono nel ricordo delle persone che hanno perso la vita a causa della terribile alluvione dei giorni scorsi... vite spezzate dalla furia di acqua e fango che ha strappato dall’affetto delle loro famiglie persone che tentavano di proteggere i loro ricordi, che si stringevano abbracciati per resistere all’impeto di un fiume in piena, che sono rimaste sepolte dal crollo delle loro case o da una frana, che semplicemente cercavano di mettersi in salvo".

Per Emma Petitti "in un territorio flagellato dalla distruzione delle cose pubbliche e private, in cui soccorritori e volontari operano instancabilmente e senza sosta con spirito di comunità, questa immane tragedia ha cancellato storie, ricordi, affetti, vite intere, lacerando la nostra comunità, infliggendoci un dolore profondo per la perdita delle nostre concittadine e dei nostri concittadini".

Chi sono le vittime dell'alluvione

Due le vittime nel bolognese:  Enrico Rivola, trovato morto nel crollo dell'abitazione a Fontanelice, dopo la frana causata dalla prima ondata di maltempo, agli inizi di maggio (durante le prime alluvioni persero la vita anche due persone in Romagna, ndr). Aveva 78 anni ed è stato travolto dalle macerie. Il 43enne  adiacente alla sua abitazione di Idice, perchè impegnato con una pompa per svuotare dall'acqua il proprio garage allagato. 

Nel cesenate, sono morti Palma Maraldi e il marito Sauro Manuzzi, di 60 e 69 anni, titolari di un'azienda agricola. Sauro è stato trovato a poca distanza da casa. Palma è stata trascinata per venti chilometri. Il suo cadavere è stato trovato sulla spiaggia di Zadina, sul litorale di Cesenatico. Sono morti nel tentativo di salvare la loro amatissima asina.

Riccardo Soldati, 77 anni, è rimasto sepolto sotto una frana mentre si trovava con la moglie nel giardino della sua casa a Casale di Calisese, tra Cesena e Montiano. Un altro uomo è morto nella sua casa, colto da un malore.

Nel forlivese, Vittorio Tozzi, 75 anni, è morto travolto dal fango nella cantina di casa dove era sceso a salvare i suoi conigli.

Franco Prati, 64 anni, e la moglie Adriana Mazzoli, di 53 non sono riusciti a lasciare in tempo la loro casa.

Delio Foschini e Dorotea Dalle Fabbriche, 71 e 73 anni, non hanno avuto scampo a Russi, dopo che la loro casa è stata invasa dall'acqua.

Nel ravennate, l'ultima vittima è stata trovata ieri, 23 maggio, a una settimana dalla seconda ondata di maltempo. Il corpo sarebbe stato individuato dai soccorritori subacquei. Si tratta di Fiorenzo Sangiorgi, 68enne di Fusignano di cui era stata segnalata la scomparsa mercoledì 17 maggio. Testimoni avevano riferito di aver visto il 68enne scendere da un furgone per essere poi trascinato dalle acque, salite fino a sfiorare il tettuccio del mezzo.

Giovanni Pavani, 75 anni, di Castel Bolognese, è stato travolto dalla piena del Senio. 

Giordano Feletti, 79 anni, è stato trovato morto nel cortile della sua abitazione in via della Valle a Faenza. 

A Sant'Agata sul Santerno, Giovanni Sella di 89 anni, allettato è morto in casa. I vigili del fuoco sono riusciti a salvare la moglie che aveva tentato di portarlo al primo piano. Un'altra donna, nello stesso comune, è stata trovata morta in casa. 

Il bilancio del disastro (dati aggiornati al 24 maggio)

A oggi la stima è di 7 miliardi di euro di danni, quasi 40mila sfollati, 23 fiumi esondati, oltre 280 frane, di cui 120 particolarmente importanti, più di 100 comuni coinvolti, quasi 5mila uomini della protezione civile impegnati giorno e notte ad assistere la popolazione. Attività mai tentate prima come quella di "invertire" le acque del Cer, il Canale emiliano romagnolo, per portarle nel Po al fine di salvare la città di Ravenna dall'allagamento. Causa inondazioni e frane, risultano totalmente chiuse 544 strade tra comunali e provinciali. Temporaneamente chiusi anche alcuni tratti delle linee ferroviarie che collegano la Romagna a Bologna.

QUI gli aggiornamenti sulla viabilità nella Città metropolitana: strade chiuse o interrotte

Sono i numeri della seconda ondata dell'alluvione che in questo mese di maggio ha colpito l'Emilia-Romagna, "un nuovo terremoto" come il presidente della Regione Stefano Bonaccini l'ha definito paragonando i danni dell'acqua a quelli del terremoto che, proprio nel maggio del 2012, colpì il cuore dell'Emilia tra Reggio, Modena, Bologna e Ferrara. Questa volta l'epicentro è stata la Romagna, ma i danni si sono visti fino a Bologna e nella Bassa ferrarese, hanno lambito Modena i cui ponti hanno retto, ma dove la paura è stata tanta.

Gli interventi dei Vigili del fuoco

6.766 gli interventi fatti, 2.920 a Ravenna, 2.114 a Forlì Cesena, 1.352 a Bologna, 380 a Rimini. 
Sono 959 i vigili del fuoco al lavoro, 438 in provincia di Ravenna e 221 in quella di Forlì Cesena, 48 di loro sono volontari.
286 i mezzi all’opera, tra cui 45 piccoli natanti, 3 anfibi, 23 mezzi di pompaggio, 13 tra escavatori e ruspe, 3 elicotteri e 13 droni.
Tra le squadre impegnate 40 vigili del fuoco sono al lavoro per il coordinamento degli interventi presso i 14 posti di comando avanzato, oltre 140 soccorritori acquatici, più di 100 esperti delle unità di pompaggio.
Dal 16 maggio ad oggi 300 le operazioni di soccorso effettuate dalla forza aerea del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco che hanno interessato i recuperi di persone ospedalizzate o con gravi patologie, di bambini, di una donna incinta e di persone in ipotermia.

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