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Voto e periferie a Bologna, M5S e Lega guadagnano: 'Il PD è il partito delle banche'

A dirlo i risultati di un report a cura dell'Istituto Cattaneo e di Nomisma, presentato a Palazzo Davia

Le periferie di Bologna hanno voltato le spalle al Pd, che sotto le Due torri ha vinto solo grazie ai ceti piu' ricchi e istruiti. Al contrario, nelle zone della citta' piu' lontane dal centro storico si sono imposti la Lega, soprattutto dove e' piu' alta la percentuale di cittadini stranieri, e l'M5s, in particolare nelle aree piu' povere e con livelli di istruzione piu' bassi.

In altre parole nelle aree cosiddette popolari, San Donato e Borgo Panigale su tutti, una volta granaio di voti della sinistra. A certificarlo e' uno studio combinato realizzato da Nomisma e Istituto Cattaneo sulle ultime politiche del 4 marzo, presentato oggi a Bologna.

Il report si concentra su sei zone periferiche della citta' (Birra, Borgo centro, Pilastro, San Donnino, Unita', via Larga), i cui comportamenti elettorali sono stati messi a confronto con quelli del centro e dell'intero Comune, prendendo in considerazione le caratteristiche sociali, economiche e culturali delle diverse zone di residenza.

Il dato che emerge con piu' forza e' appunto un "dualismo" tra centro e periferia, analizzano Nomisma e Cattaneo, a partire dall'affluenza, calata nel 2018 del 10,8% a livello cittadino rispetto alle politiche 2013, con punte massime nelle zone piu' popolari come Pilastro (-16,8%) e Unita' (-13,8%). I numeri evidenziano una "difficolta' elettorale del Pd al di fuori delle zone del centro storico", dove ha perso il 3,5% dei consensi a fronte del 14,5% in meno in periferia.

Forza Italia invece cala su tutta la citta' (-4,5%) a prescindere dalle zone. M5s e Lega invece "ottengono prestazioni migliori nei quartieri di periferia e nelle aree dov'e' maggiore percezione di marginalita' o vulnerabilita' sociale: Birra e Pilastro per l'M5s; Pilastro e San Donnino per la Lega".

Secondo Nomisma e Istituto Cattaneo, queste dinamiche sono "piu' accentuate" nelle periferie in cui il tasso di immigrazione e' elevato, il livello di istruzione delle famiglie e' piu' basso, la concentrazione di edilizia pubblica e' maggiore e dove i redditi sono inferiori. In particolare, c'e' una correlazione "tra la crescita di consensi della Lega e la percentuale di stranieri residenti nelle diverse aree di Bologna", ad esempio nelle zone Pilastro e Borgo centro, dove il Carroccio ha guadagnato il 13% rispetto al 2013.

I 5 stelle invece hanno maggior successo "nelle aree economicamente piu' marginali da un punto di vista economico, come Pilastro e Borgo centro, e in quelle dove e' maggiore la percentuale di famiglie con livelli di istruzione bassa (zona Birra)", perdendo voti in centro e in zona via Larga. Per quanto riguarda il Pd, le migliori prestazioni dei dem si concentrano nei quartieri e nelle zone del centro "dov'e' maggiore la concentrazione di una popolazione con alta istruzione e un reddito medio-alto, mentre mostra maggiori difficolta' nelle due aree con maggiore disponibilita' di Erp ed elevata concentrazione di popolazione straniera", ovvero Pilastro e Unita'.

Secondo Nomisma e Cattaneo c'e' dunque una "questione urbana" che negli anni della crisi e' cresciuta e che e' diventata evidente nel voto del 4 marzo. Gli stessi lavori della commissione parlamentare sulle periferie, citano i due istituti, "restituiscono un quadro piuttosto critico e come, questa nuova dimensione, accresca il senso di emergenza e conflittualita'".

Una domanda "sempre piu' forte alla quale la politica e' chiamata a dare risposte nei prossimi anni- avvertono Nomisma e Cattaneo- a periferie trascurate dalla politica, trasformate da relazioni sociali alterate e ancora lontane dall'essere tradotte dall'analisi economica e sociale, e' auspicabile rispondere quanto prima con periferie ripartite nei processi economici e sociali, riqualificate nel patrimonio esistente e attraverso nuove funzioni e, infine, ricongiunte ai centri urbani o ai contesti piu' dinamici". (Dire)

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