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Welfare post Covid, Barigazzi: "Il sistema che si occupa di emarginazione cambierà, studiamo risposte per la povertà"

L'INTERVISTA. L'assessore alla Sanità e al Welfare fa il bilancio dell'emergenza sanitaria raccontando la gestione di strutture-dormitorio: "E' andata bene e non abbassiamo la guardia. La risposta alla crisi economica potrebbe arrivare con sistemi di sinergie fra pubblico e vari attori"

Come cambierà il welfare dopo l'esperienza del Coronavirus? Qualcosa si è già trasformato e molto ancora si farà, così come conferma l'Assessore Sanità e Welfare del Comune di Bologna Giuliano Barigazzi: "Per l'accoglienza quella del Covid-19 è stata un'esperienza molto forte e fortunatamente possiamo dire che è andata bene, con casi di positività limitati all'interno delle strutture di accoglienza e un'emergenza risolta prontamente (quella del focolaio in di via del Lazzaretto ndr) con una struttura come Villa Serena, che resterà a disposizione per eventuali isolamenti (che ovviamente speriamo di non avere). Certo è che non abbiamo abbassato la guardia, anzi: misure di sicurezza minime come il distanziamento, l'utilizzo delle mascherine e una costante igienizzazione restano una regola importante che ci porteremo dietro come buona norma. E poi abbiamo fatto il tampone a tutti i 116 ospiti di Casa Willy dopo aver individuato un possibile contatto: tutti negativi".  

"Se tutto è andato bene nonostante il rischio è anche grazie alla qualità delle persone"

C'è stato quindi il massimo rispetto per le misure di sicurezza nonostante una fascia decisamente a rischio..."Assolutamente sì e se tutto è andato bene nonostante l'emarginazione adulta non è solo per la qualità del sistema, ma anche per la qualità e la quantità del lavoro degli operatori, a cui anzi, vorrei destinare un forte ringraziamento - continua Barigazzi - i posti disponibili nelle nostre strutture sono aumentati del 50% rispetto al 2019 e siamo riusciti a offrire protezione a più persone fragili ripristinando i servizi di prossimità e le unità di strada. Inoltre insieme al Dipartimento di Sanità Pubblica e in accordo con la Regione abbiamo dato la possibilità di fare il tampone agli ospiti dei dormitori e cntinueremo a tutelarli". 

Si comincia dal Covid cambiare: "Da assistenzialismo a riattivazione dell'autonomia"

"L'esperienza che abbiamo vissuto ha accelerato un processo di riqualificazione e rivisitazione del sistema di accoglienza e l'obiettivo per me adesso è quello di passare da un modello assistenzialista (che ha funzionato e che non dismemtiamo) a un modello che riesca, nell'ambito dell'emarginazione adulta, a riattivare l'autonomia delle persone che seguiamo. Stiamo già riqualificando il Centro di Accoglienza Rostom per esempio e stiamo cercando e individuando degli immobili nei quali sia possibile attuare progetti di vita comunitaria e condominiale, facendo convivere 20/30 ospiti invece che 100". 

Dalla crisi sanitaria a quella economica: ci sono anche "i nuovi poveri"

La crisi da Coronavirus è anche economica. Come la affronterà Palazzo D'Accursio? "Quegli 11 mila buoni spesa che sono andati ad altrettanti bolognesi dipingono una nuova geografia sociale. Ci sono famiglie e anche singoli che magari non avevano un reddito alto e probabilmente contavano solo su un lavoro precario e intermittente che poi si è interrotto causando uno stato di sofferenza. Le debolezze che emergono sono quelle del mondo del lavoro e la risposta potrebbe essere quella del Pubblico che raduna altri attori della comunità (come il terzo settore per esempio) per fare squadra e riuscire a dare delle risposte. Non sono le erogazioni monetarie che danno futuro, quello lo da la possibità di lavorare". 

Senza essere campanilisti, Bologna come si posiziona in quanto a benessere (lo diciamo all'italiana) dei cittadini? "Il nostro welfare è sempre stato fra i più avanzati di Italia e va riconosciuto senza prendersene i meriti. Questo fa sì che io senta la responsabilità morale di mantenerlo tale nella capacità di riadattamento alla nuova situazione che stiamo vivendo". 

Giuliano Barigazzi: chi è l'assessore al welfare del Comune di Bologna

Nato nel 1961, si è laureato con lode in Filosofia presso l'Università di Bologna. Nel 1993 è stato eletto, per due mandati consecutivi, Sindaco di San Pietro in Casale e Presidente della Conferenza dei Sindaci dell'Azienda USL Bologna Nord. Nel 2004 e fino al 2013, è stato Assessore alla Sanità, Servizi sociali e Volontariato della Provincia di Bologna, Presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, del Comitato paritetico del Volontariato e componente della Cabina di Regia regionale delle politiche sociali e sanitarie. Dal 2009 al 2013 si è occupato anche della delega alla Cultura.

Tra le principali attività ed azioni: la promozione della dimensione metropolitana nel governo delle politiche socio-sanitarie, l'approfondimento ed il coordinamento dei temi della salute, della promozione delle politiche di domiciliarità e della governance dei bisogni di innovazione nei sistemi gestionali pubblici. Si è occupato inoltre del processo di trasformazione delle Aziende dei Servizi alla Persona, dell'attuazione del Fondo regionale per la non autosufficienza nel territorio provinciale, dell'implementazione di esperienze di governance enti locali-terzo settore, della valorizzazione del lavoro sociale, di politiche per l'infanzia zero-tre anni, dell'ideazione e realizzazione di un nuovo modello metropolitano in ambito culturale e della costituzione dei Distretti culturali con i Sindaci del territorio.

Prima dell'attuale incarico, ha svolto anche, per un breve periodo, la propria attività presso il consorzio Colibrì - Area direzione strategica e marketing. Da ottobre 2013 a giugno 2016 è stato Capo di Gabinetto del Sindaco di Bologna.

Deleghe dell'assessore

Sanità e Welfare, coordinamento delle attività della giunta comunale. Vengono, altresì, attribuite allo stesso le competenze in merito a : Sanità e welfare, nonché delegate le funzioni di tutore e curatore nei casi deferiti alla competenza del sindaco.

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