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Cronaca Zona Universitaria

Zona Universitaria | Rese Bologna famosa nel mondo, ora è una spina nel fianco: "Impossibile viverci'

Qui c'è chi rincasa "correndo, chiavi e telefono a portata di mano", sperando che qualche ubriaco non "scaraventi addosso un cassonetto - è ormai una moda - o peggio, pregando di non trovare uno che si buchi davanti al portone" e che il giorno dopo la propria auto "sia ancora tutta intera"

Bologna famosa nel mondo per le sue torri, i suoi portici, la sua tradizione culinaria, ma anche - e prima di tutto - per la sua Università. La più antica d'Europa. E la sua zona universitaria è stata per tanto, tantissimo tempo fiore all'occhiello per la città. Centro pulsante della cultura, qui arrivavano giovani di belle speranze da tutto il globo. Ora quello che un tempo fu motivo di orgoglio è diventata una vera e propria spina nel fianco. Nella cosidetta Zona "U", e nel centro storico più diffusamente, proliferano i reati contro il patrimonio e le persone - furti, violenze, atti vandalici, rapine, ma anche bivacchi, sporcizia, incuria.

Continue le rimostranze dei cittadini, dei comitati. Continuo il dibattito con l'amministrazione - su come intervenire - e ad oggi le misure adottate si sono spesso rivelate poco efficace. Soprattutto se si ascoltano testimonianze come quella della nostra lettrice, che dipinge una situazione che quantomeno dovrebbe sollevare domande, se non si riescono a trovare le risposte. Nella sua lettera parla di una Zona universitaria in cui si vive in balia della paura, in allerta costante. E sono le parole di una ragazza di 29 anni, nata e cresciuta a Bologna. Sono le parole di una cittadina che Bologna ce l'ha nel cuore, la ama, non di chi cerca spunti per inutili polemiche. 

"Io adoro Bologna - parte così la lettera - sono nata qui 29 anni fa e sono fra quelli che quando vedono San Luca si sentono a casa. Da quasi tre anni mi sono trasferita in centro, in quella zona universitaria che ha reso questa città famosa in tutto il mondo. Da allora, purtroppo, amo Bologna un po' meno". Parole che suonano un po' come una sconfitta. Di chi? Di tutti, verrebbe da dire. Ci perdono i cittadini, e chi amministra la città.

Ma come vive nel cuore della città, chi ci abita e trascorre qui il suo quotidiano, giorno dopo giorno? "La mattina esco di casa - prosegue il lungo racconto - per andare a lavorare e inizia il senso di nausea, causato da escrementi non soltanto animali. Vado verso la mia auto pregando che ci sia ancora, magari con tutti i pezzi al loro posto. Questo perché in due anni ho subito diverse "sorprese": vetro in frantumi (e relativo furto della radio), specchietto rotto, gomma bucata, furto del tergicristallo, 2 specchietti rubati, oltre a graffi che ormai non conto neanche più (del resto, ho provato a girare in bici, ma nonostante una catena da motorino attaccata ad un palo nel cortile interno di casa mia, una mattina non l'ho più trovata). Poi, dopo il lavoro e spesso dopo una sosta dal mio ormai amico meccanico, ogni tanto esco per una serata con gli amici. Al ritorno, dopo aver cercato a lungo parcheggio, corro verso il portone di casa con le chiavi in una mano e il telefono nell'altra, sperando che qualche ubriaco non mi scaraventi addosso un cassonetto (è un passatempo molto di moda da queste parti) o che qualcuno non si stia bucando sul gradino di casa mia, o di non essere aggredita e derubata, se non peggio. Penso che cambierò casa, ma non prima di aver fatto sapere a quanta più gente possibile cosa sta succedendo alla nostra bella città. Perché, continuando così, fra qualche anno il centro sarà solo un luogo dove andare ogni tanto a fare shopping, magari con una mano a proteggere la borsetta".

Ecco questa è la percezioni di chi vive in quella che è stata la zona che ha reso la nostra città famosa e invidiabile al resto del mondo. E non è, purtroppo, una voce isolata.

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