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Cronaca

Zuppi e i costi residenze anziani: "2.500 euro ma chi ce li ha? Sempre più famiglie unipersonali"

Il cardinale prende parte a un webinar promosso dagli uffici regionali Migrantes, Caritas e Missione della Conferenza episcopale E-R e parla anche di guerra e migranti

"2.500 euro, ma chi ce li ha? Con tutta la qualità che questo comporta, qualche volta anche con interessi economici perché sono un ottimo affare per chi vuole investire". Lo ha detto il cardinale dell'arcidiocesi bolognese, Matteo Zuppi, durante il webinar "Cercate il bene della città" promosso dagli uffici regionali Migrantes, Caritas e Missione della Conferenza episcopale dell'Emilia-Romagna (Ceer).

Zuppi parla di distanziamento, isolamento, solitudine, denatalità rimarcando che tutto questo porta a "città sempre più piccole e di vecchi. Credo che sia sempre utile il confronto con le statistiche", continua Zuppi, che è anche presidente della Ceer - Conferenza Episcopale Emilia-Romagna.

"La statistica non è l'oroscopo, è questo, sono i nostri dati reali quelli su cui ci confrontiamo, ma per poco perché poi pensiamo 'vabbé, intanto andiamo avanti'". I dati, invece, avvertono che "siamo e saremo sempre di più un'Europa, una regione e quindi delle città di vecchi, forse conviene pensarci - invita il cardinale - perché capire cosa significano i servizi per i vecchi è molto diverso rispetto a città molto più composite e con fasce generazionali più o meno uguali o, come 40 o 50 anni fa, con prevalenza di giovani". Quadro in cui si inserisce anche l'alta presenza di famiglie unipersonali: "Nella nostra regione già credo siano una su tre", segnala Zuppi, tanto che la città ormai "sembra più un grande residence, dove vanno a vivere i single perché hanno qualche servizio e in fondo le nostre città tendono a diventare sempre più questo".

Parrocchie "creative e aperte"

Zuppi è tornato anche a parlare di guerra, invitando le parrocchie ad essere "creative" per riuscire a coinvolgere i giovani e con loro riflettere su temi come quello della guerra. Le comunità della Chiesa devono essere "aperte", afferma, mentre "a volte siamo disabituati all'idea che siano anche la casa dei giovani" e che siano "davvero luogo di incontro". Molte volte "le parrocchie sono spente, non attraenti, non familiari, non diventano un luogo dove si ha voglia di andare, dove trovo qualcosa, dove non sento un'imposizione oppure dove non mi si corre dietro", avverte il cardinale. I giovani invece "dobbiamo appassionarli e renderli responsabili. Penso oggi soltanto all'idea della guerra, a cosa significa: ma cacchio le nostre comunità devono essere creative".

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Migranti: "Le città sono cambiate, riconoscimento della cittadinanza"

"Le nostre città sono abitate sempre di più da quelli che continuiamo a considerare come stranieri o ai quali non diamo piena cittadinanza", che invece "ci conviene anche per un problema di presente, di diritti e doveri, di guardare insieme al futuro". Lo afferma il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale dell'Emilia-Romagna (Ceer), intervenendo al webinar "Cercate il bene della città - Partecipazione e identità in cammino. Generazioni a confronto" promosso dagli uffici regionali Migrantes, Caritas e Missio della Ceer.

E' necessario "sfuggire a una ricostruzione ignorante, pericolosa, vecchia, nostalgica. Le città sono cambiate, certo- sottolinea Zuppi- cambiano come cambiano noi. Bologna è la stessa di 50 anni fa? No. E' la stessa di 100 anni fa? No, dovremmo riprendere qualche rivendicazione pontificia. Per fortuna le città cambiano, è la vita: porta avanti". Inutile soffermarsi sulle "simboliche" del passato, ammonisce Zuppi, anche se possono sembrare rassicuranti: "Dato e non concesso siano vere, comunque sia sono del passato". Le resistenze nascono da "una simbolica vecchia, fasulla, tarocca, di cose e di pericoli che ancora vengono agitati- continua il cardinale- e che ovviamente ci fanno stare indietro. Perché qualcuno poi dice 'bisogna essere fermi altrimenti si apre a tutti'. Sono cose da ignoranti e lo dobbiamo dire, però hanno un peso". L'appello di Zuppi, dunque, è a "togliere il freno a mano dell'ignoranza e provare a spingere perché ci sia un riconoscimento della cittadinanza, che ci aiuta a scegliere per il futuro e avere anche un po' di strumenti che al futuro guardino". (dire)

(Foto archivio)

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