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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Maggiore

Bagno di folla per Zuppi, l'Arcivesco promette una Chiesa "materna e collaborativa"

Un pensiero ai 'nuovi italiani', ai disoccupati, a chi è smarrito o chi scappa dalle guerre. Cita il Papa e anche Lucio Dalla e invita i fedeli a "riscoprire bella la città", insomma che sia 'un nuovo inizio' per tutti

"Buonasera". E allarga un gran sorriso. Si presenta così sotto le Due torri il nuovo arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi. Il suo arrivo in centro è un vero bagno di folla. Accolto dai giovani della Diocesi, che cantano e suonano sul palco sotto le torri, Zuppi si tuffa subito in via Rizzoli. Ma il corteo va a rilento. A ogni metro l'arcivescovo si ferma: tutti lo cercano, lo chiamano, gli vogliono stringere la mano. E lui risponde: si gira da tutte le parti, sorride, dispensa carezze e abbracci. Ci tiene in particolare a salutare i bambini, gli anziani e le persone in carrozzina. 
La processione dalle Due Torri a piazza Maggiore dura circa 40 minuti. Arrivato in San Petronio, dal sagrato della basilica Zuppi si volta a salutare la piazza che lo applaude.

"CHIESA COLLABORERà CON LE AUTORITA'" . La chiesa nella città "non è un fortino distante dalla strada, ma è una presenza prossima, oserei dire materna, che si unisce al cammino, a volte tanto faticoso per molti in questi tempi di crisi e di paura. Le nuove sfide chiedono risposte nuove a tutti noi". Con queste parole, Zuppi saluta ufficialmente per la prima volta Bologna. Parole che, per usare una categoria della politica, suonano come un vero e proprio programma di mandato. "Nel rispetto dei ruoli, con lo specifico dell'essere discepolo di Gesù, e nel comune impegno alla solidarietà, tra istituzioni e tra persone, tra religioni, tra sensibilità diverse- dice Zuppi- ecco con tutta la Chiesa di Bologna collaboreremo con le autorità e con quanti hanno a cuore questa piazza grande che è la città intera". Bologna, rimarca Zuppi, "è nota per i portici che fisicamente favoriscono l'accoglienza e il desiderio di mettere in relazione. I portici proteggono tutti, specialmente i più deboli, coloro i cui passi sono diventati incerti".
E allora l'arcivescovo invita a cominciare "da loro, dai nuovi italiani", perchè per Zuppi è ora di smetterla di "chiamare stranieri i compagni di classe che crescono con noi". E ancora, Zuppi cita "chi non ha casa, chi è vittima della tortura della solitudine, chi è smarrito nel mondo della disoccupazione, specialmente i più giovani, chi cerca futuro e protezione perchè scappa dalla guerra, le cui sofferenze voi ben conoscete". Insomma, insiste l'arcivescovo, "cominciamo da quei tanti che sono sulle panchine per i quali possiamo noi trovare il modo di dargli le carezze di cui hanno bisogno, come cantava il poeta. E in realtà ''a modo mio'' ne abbiamo bisogno tutti, come anche di pregare Dio", chiosa Zuppi citando Lucio Dalla.

"Il Signore mi chiede di amare questa città e vorrei che questo mio inizio aiuti anche voi a guardarla con occhi nuovi, a riscoprirla bella". È l'invito che il nuovo arcivescovo fa a tutti i bolognesi. Poi lancia un primo monito. "Chiudersi, per proteggersi o per banale egoismo, fa male a tutti- avverte- alla chiesa, alle singole persone e anche a questa casa comune che è la città. Papa Francesco lo ripete continuamente. Chiudendoci nelle case o nei palazzi o in noi stessi ci ammaliamo". Citando il Concilio, Zuppi invita a non avere paura e a guardare il mondo di oggi "senza ipocrisie". E avverte: "Il pericolo che ci minaccia e'' credersi puri perche'' non ci sporchiamo le mani. Il pericolo e'' l''indifferenza, il pensarsi isole, il guardare la realta'' da spettatori, magari raffinati critici e attenti giudiconi".

"Vorrei che oggi fosse un inizio per me e per tutti noi, un anno di rinnovamento, imprevedibile come la misericordia, di riscoperta, di nuova passione, di entusiasmo".

Bologna accoglie il nuovo Arcivescovo

APERTA LA PORTA SANTA. Dopo la messa, Zuppi ha aperto la porta santa per il Giubileo in Cattedrale. "Questa porta ci apre il cuore a tutta la città- dice l'arcivescovo- e per attraversare la porta dobbiamo aprire noi la porta alla sua misericordia", che è appunto "un cuore che si apre e che rincuora, dona cuore, trasmette speranza". La porta santa "in realtà ci apre al mondo, per incontrare tutti, specialmente i poveri e i tanti pellegrini con noi bisognosi tutti di misericordia", che diventa "l'ordinario per uomini che trovano finalmente cuore e non rinunciano a vivere con il cuore in questo mondo spesso così disumano, freddo, che si abitua con cinismo a tutto, che non sa più piangere, che ha tanti mezzi per scarsi e rachitici fini".  Ma "la nostra gioia- afferma Zuppi in un altro passaggio dell'omelia- non è scappando il confronto con la realtà, chiudendosi in paradisi finti, smettendo di lottare contro il male. La gioia si misura con le difficoltà vere della vita ed è lotta. E tutt'altro che buonismo! La misericordia vede e prepara quello che ancora non c'è". L'arcivescovo chiude l'omelia citando papa Paolo VI ("Per la Chiesa cattolica nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano") ed evocando l'immagine di Maria, che "avvolge con il suo grande mantello tanti e diversi uomini. Sono tanti, perchè l'ambizione di Maria è che tutti siano protetti."

SILVAGNI: 'IL PAPA SI è TOLTO IL PANE'. Il nuovo arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, prende in mano una Chiesa "consapevole dei molti doni ricevuti e delle molte sue povertà". Ma soprattutto "consapevole dell'urgenza di profonde riforme, di una vera e propria conversione pastorale, come il vescovo Carlo ci ha sempre più ripetuto: ce lo chiedono i tempi, le contingenze, ce lo chiede il mondo in cui viviamo". Parola di monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale della Curia bolognese, che saluta così Zuppi nel giorno del suo insediamento., aggiungendo che il Papa lo ha designato a questo compito "pescandolo dalla sua stessa Diocesi, tra i suoi vescovi ausiliari: si è privato di un collaboratore prezioso, proprio all'inizio del Giubileo. Si è tolto il pane di bocca e questo ci commuove e ci onora". (Agenzia Dire)

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