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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Ipotesi reintroduzione Ici prima casa: Bologna la più salata d’Italia

Per fronteggiare la crisi si parla di tornare a pagare l'imposta sulla prima casa. Secondo lo studio Uil la tassa sotto le due Torri supererebbe Roma e Milano: 416,85 euro a famiglia

Primato scoraggiante questa volta per Bologna: se venisse reintrodotta la tassa sulla prima casa, nella nostra città sarebbe la più cara d’Italia. Lo dice uno studio condotto dal Servizio Politiche Territoriali della Uil, che ha elaborato il costo dell’Ici sulla prima casa nei 104 capoluoghi di provincia.

LA CLASSIFICA. La reintroduzione dell'Ici produrrebbe per i Comuni un gettito totale di circa 3,7 miliardi di euro, spiega la Uil, equivalenti al 41% dell'attuale gettito Ici (9,1 miliardi di euro), portando così complessivamente nelle casse dei Comuni oltre 12,8 miliardi di euro. Per le famiglie l'onere cambierebbe da città a città. A Bologna peserebbe mediamente 416,85 euro a famiglia; a Roma 407,95 euro; a Firenze 395,05 euro; a Milano 393,00 euro.

COSTO MEDIO A FAMIGLIA. Costerebbe mediamente 136 euro l’anno a famiglia la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa (185,40 euro per un casa accatastata in A/2 e 86,62 euro per una casa in A/3): questo emerge da uno studio condotto dal Servizio Politiche Territoriali della Uil, che ha elaborato il costo dell’Ici sulla prima casa nei 104 capoluoghi di provincia, qualora venisse reintrodotta. L’indagine ha preso a campione il costo annuo dell’imposta riferita alla media di un appartamento di 80 mq., categoria A/2 e A/3 che e’ il taglio medio, analizzandone le rendite catastali rapportate a 5 vani e siti in zona censuaria semiperiferico: il dato allarmante è che Bologna avrebbe il primato: la più cara, persino più di Roma e Milano.

ALIQUOTE DEI COMUNI. Le aliquote e la detrazione sulla prima casa, prese in considerazione, sono quelle deliberate dai Comuni per il 2011. “L’aliquota media applicata – spiega il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy – per l’abitazione principale e’ del 4,98 per mille, mentre l’aliquota ordinaria e’ del 6,74 per mille. La detrazione media sulla prima casa e’ di 117,27 euro (103,29 euro la detrazione ordinaria). Le nostre stime indicano che, qualora venisse reintrodotta l’imposta con le attuali regole, questa produrrebbe per i Comuni un gettito totale di circa 3,7 miliardi, equivalenti al 41% dell’attuale gettito Ici (9,1 miliardi), portando cosi’ complessivamente nelle casse dei Comuni oltre 12,8 miliardi. Per le famiglie, ovviamente, l’onere cambierebbe da citta’ a citta’”. Secondo Loy, inoltre, “la reintroduzione dell’Ici sulle abitazioni principali, potrebbe avere anche un ulteriore effetto di inasprimento se consideriamo che i Comuni, dal prossimo anno, potranno deliberare una nuova imposta di scopo per la realizzazione di opere pubbliche, facolta’ inserita nel decreto sul federalismo municipale.

PAGHINO I PIU’ RICCHI. E’ questa un’addizionale di imposta (0,5 per mille sulla base imponibile Ici) che oggi esclude l’abitazione principale. Inoltre, il decreto correttivo del fisco municipale, prevede la service tax: si tratta di una reintroduzione mascherata dell’Ici sulle prime case con un’aliquota del 2 per mille che gravera’ su chiunque occupi un immobile adibito ad abitazione e che servira’ per finanziare servizi generali dei Comuni. Questo pesera’ inevitabilmente sulle tasche dei lavoratori e pensionati. Come Uil – conclude Loy – riteniamo che nel programma del nuovo Governo si debba iniziare a far pagare di piu’ chi ha piu’ disponibilita’, iniziando con il tassare quel 10% di persone che detengono il 60% della ricchezza del Paese.
 

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