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Sciopero facchini all'Interporto, sindacati: "Attenzione su legalità, problema i subappalti"

'Spesso gli Appaltatori si affidano a sub-Appaltatori, in questi passaggi si registrano le maggiori violazioni delle leggi e dei contratti". Così CGIL e FILT. Anche Unindustria sui blocchi: "Seguiamo con attenzione, perchè non produca conflitto nel mondo del lavoro"

Dopo i blocchi e le tensioni di questi giorni davanti all'Interporto di Bologna, a seguito della protesta dei lavoratori della logistica contro il licenziamento di 8 facchini dalla cooperativa Mr.Job, che lavora in appalto nei magazzini Yoox. Ieri si sono registrati anche alcuni scontri fra i facchini in sciopero e un gruppo di dipendenti di altre cooperative di trasporti che volevano scaricare regolarmente la merce. Per riportare la calma sono intervenute le forze dell'ordine,

Le vicende degli ultimi giorni all'Interporto - per CGIL e FILT BOLOGNA  -" mettono in evidenza, che all'interno del settore della logistica e più in generale degli appalti, occorre porre attenzione ai temi della legalità. Le problematiche nascono dai processi di esternalizzazione messi in atto dalle imprese, le quali affidano parti sempre più significative e strategiche dell'attività lavorativa ad una società in appalto". I sindacati chiedono pertanto di " inserire modalità e regole di gestione che le Istituzioni pubbliche anche le imprese e le Associazioni datoriali farebbero bene a cogliere per meglio governare tali processi di decentramento".
Uno dei rischi da cui nascono forme di illegalità -sottolineano CGIL e FILT ​- è rappresentato dal fatto che "spesso gli Appaltatori affidano poi a sua volta ad altri soggetti sub-Appaltatori, tali attività, allungando la filiera produttiva, ed è proprio in questi ultimi passaggi che si registrano le maggiori violazioni delle leggi e dei contratti di lavoro. Infatti, nelle imprese in sub-appalto aumentano i livelli di sfruttamento e di perdita dei diritti, generando una situazione diffusa di illegalità".

Nel caso specifico, i licenziamenti, comminati dalla Mr. Job - chiosano i sindacalisti - "sono normalmente impugnabili e riconducibili ad una gestione, come prevede la legge, senza dover ricorrere a forme di lotta sbagliate che radicalizzano lo scontro e vanno a calpestare i diritti di altri lavoratori (in questo caso la stragrande maggioranza) che intendono recarsi al proprio posto di lavoro, in tutte le altre decine di imprese che operano all'Interporto".

Anche Unindustria è intervenuta, attraverso le parole del presidente Alberto Vacchi, per il quale si tratta di un "tema complesso perchè nel mondo dell'Interporto c'è la logistica, che contrattualmente è un po' complicata". Vacchi ha fatto sapere che gli industriali stanno "seguendo la situazione con attenzione, proprio perchè non produca un conflitto nel mondo del lavoro". 

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