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Economia

Aeroporto, Caiumi (Confindustria): "Fermo per mesi, si potevano fare lavori per ampliare"

Il presidente degli industriali italiani bacchetta per quella che considera una occasione sprecata: "Neanche oggi siamo in una posizione adeguata al nostro territorio"

"Abbiamo avuto un'opportunità persa, con l'Aeroporto fermo (a causa della pandemia, ndr), avremmo potuto fare una parte dei lavori. Magari avere avuto il progetto proprio nel momento in cui abbiamo avuto questo grande stallo". Parola di Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia (Bologna, Modena e Ferrara), che così si è sfogato a margine di una conferenza.

il numero uno degli industriali locali già in passato era stato critico sullo stato di avanzamento dello sviluppo dello scalo di via Triumvirato. L'Aeroporto di Bologna resta quindi il cruccio di Caiumi, che sottolinea: "Non lo eravamo prima del Covid, ma neanche oggi siamo in una posizione adeguata al nostro territorio".

Il ragionamento è questo: "L'Aeroporto è stategico. E siccome alla fine ci sarà un ritorno rapido, mi augurerei che il più rapidamente possibile potessero essere stanziati investimenti che possano essere finalizzati alla crescita, al riposizionamento del nostro territorio. Non possiamo in una posizione così strategica, non avere un aeroporto di grande performance", ammonisce Caiumi, che non pensa solo agli spostamenti delle persone per affari o tempo libero, ma anche al traffico merci. "Quando ci sono imprese così performanti come le nostre devono poter utilizzare anche il trasporto veloce. Abbiamo nodi importanti a livello logistico, che meriterebbero che l'Aeroporto di Bologna fosse molto performante", sottolinea.

Ma non tutto è perduto. "Non so quali saranno i vincoli e le difficoltà -analizza Caiumi- sono convinto anche che a livello europeo avremo la possibilità, grazie anche a un premier come Draghi, di far notare queste impossibilità e di poterle superare. È stategico e importantissimo", conclude, nel giorno in cui la Regione ha convocato due europarlamentari bolognesi, Elisabetta Gualmini e Alessandra Basso, che sollecitare lo sblocco degli aiuti, fermi, nel caso del Marconi, per i vincoli imposti dalle norme sugli aiuti di Stato. (Dire) 

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