Quei "paninari" ambulanti: "Sarebbero deterrente alla criminalità, invece sono banditi"
Il classico furgoncino che vende panini, patatine, gelati: quando si parla di dehors e permessi si riaccende il dubbio sulla concorrenza e le regole che ne determinano i posizionamenti
E' al momento, e lo è da decenni, il vero street-food italiano: il furgone-paninaro. Fuori dagli stadi, all'angolo davanti alla discoteca, ai concerti, alle manifestazioni, il risto-furgone ha però delle limitazioni di area ed Eugenio Romagnoli della UGL (Unione Generale del Lavoro) spiega che come categoria anche loro sono coinvolti nelle discussioni sui dehors (così è cambiata la delibera) e simili.
"Da due anni siamo fuori dal Capodanno - spiega Romagnoli - ma bisognerebbe pensare anche quanto noi 'paninari' siamo utili per il controllo del territorio, un deterrente per episodi spiacevoli, visto che noi non siamo chiusi nei nostri negozi, ma siamo fuori e vediamo". In effetti i furgoncini dei panini vengono percepiti come "concorrenti" dei bar e dei locali che somministrano alimenti e beveraggi e per questo spesso soggetti a restrizioni, fra cui quella di non poter svolgere la loro attività in alcune zone del centro.
La polemiche per il Capodanno bolognese nascono nel 2012, quando il Comune li bandì dalla festa dell'ultimo dell'anno in Piazza Maggiore: “La decisione dell’amministrazione comunale di Bologna di non autorizzare il servizio di venditori ambulanti durante la manifestazione di fine anno è inaccettabile perché non permette di dare spazio alle diverse forme di commercio”.
Lo aveva dichiarato in una nota la segreteria regionale Ugl Terziario Settore Ambulante dell’Emilia Romagna a seguito della comunicazione dall’Assessore alle Attività Produttive e Legalità di Bologna a non consentire l’attività di servizio alimentare a venditori ambulanti per la notte del 31 dicembre, in considerazione della già sufficiente presenza di locali adibiti a tali incarichi.
“Gli esercizi commerciali – proseguiva la nota – quali caffetterie, bar e ristoranti, non sono in concorrenza con i venditori ambulanti, i cui servizi sono rivolti ad una clientela differente. Non condividiamo questa contrapposizione tra commercio in sede fissa e commercio ambulante perché in questo modo si colpisce un settore che, come tanti altri, sta risentendo fortemente della crisi economica attuale”.