Circoli Arci chiusi, la presidente Vigneri: "Nessuna prospettiva, danno economico e sociale per tutto il territorio"
Un appello per chiedere la riapertura - almeno - dei bar. Di perdite economiche e sociali parliamo con Rossella Vigneri, presidente comitato metropolitano Arci Bologna
Un appello per chiedere la riapertura - almeno - dei bar è partito dai circoli Arci: "A un anno dalla chiusura dei nostri spazi, le attività culturali, sociali e ricreative, continuano a non essere consentite".
Di perdite economiche e sociali abbiamo parlato con Rossella Vigneri, presidente comitato metropolitano Arci Bologna.
"Siamo riusciti in qualche modo a lavorare nel periodo estivo, sfruttando gli spazi all'aperto, avevamo riaperto a settembre, ma è durata pochissimo".
Di quanti circoli parliamo nell'area metropolitana?
"120 basi associative per un centinaio di spazi chiusi tra Bologna e Imola. Un danno esorbitante, centinaia di migliaia di euro di mancati incassi e attività che non si sono potute svolgere. Hanno sofferto soprattutto le sedi in provincia, un vero peccato perché si trovano in territori in cui il circolo è l'ultimo presidio sociale, il bar è il punto di riferimento di tutti.
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E poi le mancate quote associative. Consideriamo che il territorio di Bologna in un 'periodo normale' conta circa 70mila soci, ora con l'interruzione a ottobre siamo a 17mila, del resto la nostra campagna di tesseramento è durata meno di un mese".
Cosa chiedete?
"Non sappiamo quando potremo riaprire, non abbiamo una prospettiva, chiediamo almeno una comunicazione dalle istituzioni. Si potrebbero riprendere alcuni tipi di attività che coinvolgano un numero minimo di persone, nel rispetto delle norme anti-covid.
Abbiamo già preso tutte le misure di sicurezza, non chiediamo che tutto riprenda come prima, ma almeno i bar, per noi anche la somministrazione è fondamentale per raccogliere fondi e finanziare le attività. Non capiamo il motivo per il quale possa riaprire un locale in città e non quello di un circolo che ha una funzione sì economica, ma soprattutto sociale molto importante".
Quindi accanto alla perdita economica anche quella di un presidio sul territorio...
"Credo che l'aspetto più grave, oltre al danno economico, sia proprio questo. Nonostante siano chiusi, gruppi di anziani si ritrovano ancora a chiacchierare davanti alle sedi perchè per molti rappresenta un posto, oltre alla propria abitazione, per vivere l'incontro e la socialità. Una grandissima perdita per tutta la città. Non è solo un problema dell'Arci ma di tutte le realtà sociali e culturali".