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Covid e crisi, hotel e strutture ricettive: "Molti hanno già chiuso. Il rischio è finire nel mirino della malavita"

INTERVISTA. Paolo Mazza, presidente Asshotel Bologna e vicepresidente provinciale lancia l'allarme: "Il rischio è che la situazione diventi irreversibile. La soluzione è la possibilità di programmare come stanno già facendo all'estero. Perdite del 60%"

Solo nel 2020 gli imprenditori del settore alberghiero hanno visto bruciare 11 miliardi di fatturato, con cali di presenze turistiche dal 50% al 90%, soprattutto nelle città d’arte (Bologna rientra in questa categoria). Per le 2.555 strutture della nostra città fra hotel, agriturismi, rifugi e campeggi (19.870 camere e 39.978 posti letto) la situazione è molto pesante e alcuni hanno già chiuso mentre altri pensano di vendere le proprie attività: "Nel complesso per noi le perdite di fatturato si aggirano intorno al 60%, da uno a tre milioni di euro in meno in un anno a seconda delle dimensioni considerati anche i costi fissi altissimi. - spiega Paolo Mazza, presidente Asshotel Bologna e vicepresidente provinciale - Per i grossi hotel basta accendere le luci per far schizzare le spese di gestione: affitti, mutui, tasse, elettricità, pulizie, manutenzione, dipendenti...". 

Posti di lavoro a rischio: quanti dipendenti non saranno confermati dopo lo sblocco dei licenziamenti?

"Un albergo mediamente e ha fra i 20 e i 50 dipendenti, a seconda delle dimensioni della struttura e del numero delle camere. C'è poi tutta la rete-indotto fatta di fornitori, di addetti alle pulizie e alle manutenzioni. In pochi ci pensano, ma mentre la cassa integrazione si prende in carico i lavoratori a noi per esempio restano i costi del Tfr, che in un anno non sono pochi considerando il numero di dipendenti di cui abbiamo parlato. Quando riapriremo saranno molti i lavoratori in esubero e certamente bisognerà fare a meno di loro. Questo lo mettiamo già in conto". 

Cosa ci dite dei sussidi e dei ristori ricevuti?

"I sussidi per la nostra categoria non sarebbero mai potuti essere adeguati. Chiaramente lo Stato non poteva farsi carico di una tale perdita. Lo sgravio del 60% per l'affitto ha dato una mano, ma non tutti siamo in affitto, mentre le sovvenzioni cash sono servite per coprire qualche bolletta. La verità è che siamo indebitatissimi e che a Bologna qualcuno ha già chiuso e qualcuno chiuderà. E' mancato tutto il turismo straniero (pensiamo al centro storico) ed è fermo da tantissimo tempo anche il mondo congressuale". 

C'è chi starà pensando di vendere la propria struttura...

"Questo apre ad un altro scenario drammatico, quello delle offerte predatorie. Alcuni colleghi della Romagna hanno già visto arrivare dei personaggi 'strani' interessati ad acquistare la loro attività deprezzandola. Si tratta naturalmente di clan malavitosi". 

Abbiamo detto che i ristori non sarebbero comunque mai stati sufficienti a coprire un 'buco' fatto di costi fissi altissimi. Cosa allora avrebbe potuto fare lo Stato?

"Programmare. Il nostro non è un settore che vive alla giornata perchè viaggi, congressi e matrimoni non si organizzano in pochi giorni, ma si pianificano per tempo. Il non sapere ci ha fatto male e ci fa male ancora. Il Governo non ha la sfera magica e questo lo comprendiamo, ma con dei protocolli ben fatti avremmo potuto limitare i danni. Ricordiamo che gli alberghi non sono mai stati chiusi di fatto, ma era l'utente stesso a non esserci. Adesso molti Paesi sono già più avanti di noi sulla pianificazione di fiere, vacanze a congressi: Emirati Arabi e Inghilterra per fare due esempi. L'estate non la vediamo affatto bene e l'unica speranza sono i vaccini". 

A parte lo Stato, Regione e Comune vi hanno dato una mano in qualche modo?

"Abbiamo avuto lo sconto della Tari fino al 50%, ma i nostri costi di gestione in realtà sono aumentati. Pensiamo a quanto costi oggi la pulizia di una camera d'albergo: con l'attenzione più alta e le procedure di igienizzazione abbiamo bisogno di più tempo e di prodotti più specifici. Così, per fare un esempio. Abbiamo investito molto per garantire sicurezza e distanziamento". 

Categorie in crisi: "Fra i pubblici esercizi, a rischio le piccole e medie imprese"

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Economia bolognese: fatturati giù

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