Manovra, aumento Iva dal 20 al 21%: tanti i prodotti più salati. Portafogli a dura prova!

Operativi già gli effetti della manovra finanziaria, tra i quali il rincaro dell'iva che se da un lato porterà nelle casse dello Stato maggiori entrate (700 milioni in più quest’anno), per i cittadini significherà invece un "alleggerimento" ulteriore del portafogli. Un rapporto stilato dall’ufficio studi di Confcommercio  parla di spese maggiori per i consumatori per un cifra che parte dai 123 euro (calcoli Cgia Mestre) e arrivano ai 500 euro temuti dalle Coop.

Se a livello di singolo acquisto non si sentirà eccessivamente il peso (+1 punto %) alla fine dell’anno i bolognesi, come tutti gli italiani, sentiranno comunque gli effetti sul loro bilancio familiare: se, ad esempio, per un paio di scarpe che costa 120 euro l’aumento sarà di 1 euro appena, per un’autovettura di 12mila euro il surplus sarà di mille euro.

COSA RESTA INVARIATO. Il rincaro coinvolge solo i prodotti che al momento pagano il 20% e non quelli che hanno l’Iva al 4% come ad esempio pane, pasta e giornali o al 10% come la tazzina di caffè al bar.

SALATI BENI E SERVIZI DI CONSUMO QUOTIDIANO. Per effetto della manovra finanziaria dal 17 settembre l’Iva di numerosi prodotti e servizi è passata dal 20 al 21%. I prezzi schizzano alle stelle, intaccando i portafogli delle famiglie italiane, soprattutto per beni e servizi di consumo quotidiano: dai profumi agli alcolici, più care palestre e parrucchieri, in salita costi di benzina e gpl, più salati scarpe, elettrodomestici, telefonini, veicoli, trasferimenti proprietà di auto e moto, gioielli, servizi legali, biancheria, tabacchi.
L’elenco è lungo e tocca anche i biglietti per le manifestazioni sportive o i giocattoli per bambini: dal più grande al più piccolo, tutti dovranno fare i conti con il rincaro dei prezzi.