rotate-mobile
Economia e futuro

Guerra ed economia: "Il Tecnopolo di Bologna darà impulso al potenziamento della data valley”

Innovazione digitale e competenze sono come antidoto per fronteggiare l’instabilità: esperti a confronto al convegno di Federmanager. Sanzio Bassini (Cineca): "Aggregare i principali soggetti della ricerca accademica e istituzionale, pubblici e privati, per condividere le competenze, garantendo l’efficacia dei progetti intrapresi e il loro impatto positivo sulla società"

Il contributo dell'innovazione digitale in un panorama difficile come quello attuale, con fattori di rischio che si moltiplicano anche a causa della guerra in Ucraina. Che ruolo avranno le tecnologie? Un bel ruolo, a quanto pare, mentre le problematiche economiche sono ben chiare: impossibilità di vendere in un importante mercato internazionale (metalmeccanica ma anche lusso, moda, calzaturiero), speculazioni e oggettive difficoltà che fanno schizzare in alto i costi delle materie prime, spesso come conseguenza degli aumenti dei vettori energetici usati per produrle. A ciò si aggiunge l’impossibilità di ribaltare gli aumenti sul prezzo dei prodotti finali, a causa della immutata (per quanto?) concorrenza dei Paesi a più basso costo. Tutti temi di cui si è discusso al convegno organizzato da Federmanager Bologna-Ferrara-Ravenna “Scenari geopolitici ed economici all'ombra della guerra - Riflessioni a supporto delle valutazioni del manager consapevole”: un evento di approfondimento, al quale hanno partecipato oltre 100 manager. “Le filiere del territorio dell'Emilia Romagna, tradizionalmente precorritrici di tendenze – ha detto il presidente Andrea Molza - stanno interpretando un nuovo modo di fare impresa. Siamo convinti che l'energia e la reattività dei nostri manager possa aiutare i nostri imprenditori a cogliere in una situazione complessa come questa gli spiragli per orientare la crescita e interpretare nuove opportunità”. Al convegno, attraverso la voce di Sanzio Bassini, direttore HPC - High Performance Computing del Cineca, si è parlato del nuovo calcolatore Leonardo (quello del Tecnopolo di Bologna) e delle possibilità ad esso connesse, ponendo l’accento sul contributo dell’innovazione digitale anche e soprattutto in un panorama come quello attuale.

Tecnopolo di Bologna: "E' il cuore tecnologico della data-valley" - INTERVISTA 

Sanzio Bassini, direttore HPC - High Performance Computing del Cineca spiega cosa significherà il Tecnopolo di Bologna, inserito poi in uno scenario che si è definito instabile e difficile, a rischio speculazioni e con la spinta della concorrenza di altri Paesi. “Da molti anni - spiega - Cineca è impegnato nel trasferimento delle competenze acquisite nelle attività di supporto alla ricerca scientifica verso la società, con azioni di open innovation rivolte anche alle piccole e medie imprese. Oggi, con la prossima l’installazione del nuovo supercomputer europeo Leonardo presso il Tecnopolo di Bologna, il ruolo di supporto all’innovazione di Cineca sarà ancora più importante: Leonardo, infatti, consentirà di dare un forte impulso al potenziamento internazionale della “data valley” emiliana, un ecosistema costituito da risorse di calcolo all’avanguardia e da un bacino di competenze altamente qualificate che sempre più rappresenta un asset strategico per la competitività del nostro Paese, e un fattore abilitante per ricerca e innovazione in tutti i campi.”

Bassini, come il progetto del Tecnolopolo di Bologna e dell'innovazione più in generale potranno influire sull'andamento economico del nostro territorio? 

"Il Tecnopolo è il cuore tecnologico della data valley, e si candida come hub per le iniziative di Ricerca e Innovazione nel campo del supercalcolo e delle simulazioni e analisi di grandi moli di dati, che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si accinge a finanziare.  Il PNRR, infatti, prevede la creazione di Centri Nazionali dedicati alle attività di Ricerca e Sviluppo in “contesti tecnologici strategici e abilitanti”: l’obiettivo di questa azione è di aggregare i principali soggetti della ricerca accademica e istituzionale, pubblici e privati, per condividere le competenze, garantendo l’efficacia dei progetti intrapresi e il loro impatto positivo sulla società". 

Quale lo scenario attuale e come si posizionano Bologna e l'Emilia-Romagna in tutto questo? 

"La Data Valley che si è sviluppata in Emilia-Romagna è il risultato di una strategia per l’innovazione di lungo periodo, basata sulla capacità di istituzioni, del mondo della ricerca e delle imprese di fare squadra e di capitalizzare risorse, infrastrutture e competenze acquisite e consolidate nel corso degli anni sul territorio. Qui infatti si concentra il 70% della capacità di calcolo di tutta Italia, in particolare con le risorse di Cineca, INFN e datacenter del Centro Meteo Europeo ECMWF. Bologna e l’Emilia-Romagna rappresentano sia il contesto, sia uno dei vettori di questa rivoluzione digitale, grazie a una tradizione, storicamente documentata, di centro europeo della conoscenza e alla sua concentrazione di sapere, ricerca e innovazione".

Quali le preoccupazioni più grandi per le piccole e medie imprese e quali le possibili soluzioni? 

"La situazione sociopolitica che stiamo attraversando, in una fase già fortemente focalizzata sulla ripresa post pandemia, ha reso ancor più stringente la necessità per PMI di crescere “culturalmente” e investire nell’innovazione tecnologica, utilizzando paradigmi di livello internazionale. In questo è fondamentale cogliere le occasioni offerte sia dal PNRR sia dalla Comunità Europea. Mai come in questo periodo le risorse di supercalcolo, abilitanti per Big Data, Intelligenza Artificiale, Digital Twin, sono a disposizione delle imprese. Per esempio, tramite progetti europei come EuroCC e Fortissimo, e le azioni di centri di competenza come Bi-Rex, Cineca  si pone al servizio di un percorso di open innovation che va dall’organizzazione di seminari divulgativi, alla formazione, al supporto per l’adozione di tecnologie all’avanguardia, fino allo sviluppo di prototipi e proof of concept. 
Questo ruolo di driver per l’innovazione sarà ancora più importante quando, alla fine del 2022, al Tecnopolo entrerà in funzione Leonardo, il supercomputer di classe pre exascale, concepito e gestito da Cineca in collaborazione con INFN e SISSA. Leonardo è co-finanziato dall’impresa comune EuroHPC e dal Ministero dell’Università e della Ricerca, e si candida ad essere uno dei cinque sistemi di supercalcolo più potenti al mondo, con una performance di picco di oltre 240 PFlops/s: 240 milioni di miliardi di calcoli al secondo. Sul territorio, sarà fondamentale il ruolo dell’ecosistema costituito dalla Data Valley e dal Tecnopolo, composto da imprese, università, istituzioni, centri di ricerca". 

IMG_7290 (1)-2

Sanzio Bassini

C'è spazio per l'ottimismo? Quale il ruolo di Stato e Regione? 

"La costituzione della Data Valley è già una risposta. Questa infrastruttura fatta da risorse di calcolo all’avanguardia nel mondo e da un bacino di competenze altamente qualificate, con il sostegno delle istituzioni territoriali, nazionali e internazionali, è asset strategico per la competitività del nostro Paese e fattore abilitante per ricerca e innovazione in tutti i campi". 

L'Europa: da una logica puramente economica all'economia di guerra

Federico Petroni, analyst presso Limes, rivista italiana di geopolitica, al convegno ha parlato dei probabili scenari geopolitici e dei nuovi equilibri di potere che si potrebbero delineare: “Al di là della facciata la guerra d'Ucraina ha approfondito le divisioni dei paesi europei. Il continente è unito nel condannare l'aggressione russa, non su come terminare il conflitto, diviso fra chi vuole impartire una sconfitta decisiva a Mosca e chi non vuole isolarla e regalarla alla Cina. Non c'è unità su un embargo energetico perché gli idrocarburi russi non possono essere sostituiti così in fretta. La crisi alimentare incombe e con essa una nuova ondata di instabilità che investirà il Mediterraneo. L'inflazione alimenterà tensioni sociali e politiche. L'Europa esce da una logica puramente economica per entrare in una di economia di guerra. Questo imporrà a istituzioni e aziende una revisione profonda delle filiere produttive, per assicurare l'approvvigionamento di materie prime e beni essenziali. Imporrà inoltre una revisione del metodo multilaterale, da integrare con un necessario bilateralismo e da restringere a un euronucleo mediterraneo-occidentale (Francia, Spagna, Germania) attraverso il quale coordinare le iniziative per perseguire meglio gli interessi italiani”.

“L’Italia e le aziende del nostro territorio – ha evidenziato - non fanno eccezione e stanno vivendo un momento complesso a causa delle accresciute difficoltà di approvvigionamento di alcuni materiali, dell’esplosione dei prezzi del gas e dell’energia e del blocco di alcuni importanti mercati di sbocco dei nostri prodotti. Queste problematiche si sono inserite peraltro in un contesto già reso difficile dalla pandemia di Covid-19. Le prospettive future non sono particolarmente migliori visto che è probabile che le imprese dovranno confrontarsi con gli impatti del cambiamento climatico e con possibili ulteriori problemi geo-politici.”

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Guerra ed economia: "Il Tecnopolo di Bologna darà impulso al potenziamento della data valley”

BolognaToday è in caricamento