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Economia

Bonaccini: "Risorse senza precedenti all'Emilia-Romagna, ora il Governo ci convochi"

3 miliardi dall'Europa ai quali se ne aggiungono 5 del PNRR: "Evitare gare deserte e cantieri che non partono"

E' stata chiusa la programmazione dei nuovi fondi europei in Rengione e, come conferma il presidente Stafeno Bonaccini "da qui al 2027 l’Emilia-Romagna potrà contare su oltre 3 miliardi di euro, 900 milioni in più rispetto al precedente settennato. Un risultato che premia la nostra capacità di spesa: qui utilizziamo fino all’ultimo euro disponibile, così come avvenuto per la programmazione 2014-2020".

A questi vanno aggiunte "le risorse del PNRR: ad oggi quasi 5 miliardi di euro assegnati, grazie sempre alla progettazione condivisa coi territori e a scelte coerenti con gli obiettivi fissati nel Patto per il Lavoro e per il Clima con tutte le parti sociali" spiega il presidente "risorse senza precedenti: niente ritardi, quindi. Adesso i progetti vanno realizzati e non possono certo rimanere nei cassetti". 

Obiettivo, scrive Bonaccini in un post "costruire l’Emilia-Romagna dell’innovazione, della transizione ecologica e digitale, dei giovani e del lavoro. Con una sanità e una scuola pubbliche più forti. Lo stesso nel Paese. Di fronte al caro bollette e all’aumento spropositato delle materie prime, non appena insediato il nuovo Governo convochi subito un tavolo dedicato insieme alle parti sociali, le Regioni e gli Enti locali per individuare soluzioni efficaci e condivise. Per evitare gare deserte e cantieri che non partono".

Gli obiettivi del patto 

Il Patto per il Lavoro e per il Clima prevede quattro obiettivi:

  • Emilia-Romagna regione della conoscenza e dei saperi; regione della transizione ecologica; regione dei diritti e dei doveri; del lavoro, delle imprese e delle opportunità. E individua quattro processi trasversali:trasformazione digitale; Patto per la semplificazione; promozione della legalità; partecipazione.
  • Dare priorità alle persone, in particolare ai giovani e alle donne; intraprendere una transizione ecologica giusta, che crei nuove imprese e nuovo lavoro, aggiornando le professionalità di chi  lavora per tutelarne e salvaguardarne l’occupazione; rimettere  al centro il valore dell’impresa, dalle piccole alle più grandi, e del pluralismo imprenditoriale e diffuso, a partire dalla cooperazione e dal lavoro sociale; orientare la rivoluzione digitale verso un nuovo umanesimo perché l’evoluzione della tecnologia  sia un diritto di tutte e tutti; assegnare una nuova centralità al welfare come strumento di equità sociale;  attribuire un nuovo protagonismo alle città, e con esse agli atenei, per un progetto di sviluppo che abbia un ancoraggio più forte  nei territori.

Dagli obiettivi strategici e dai processi trasversali derivano impegni concreti che andranno realizzati. Eccone alcuni, per l’Emilia-Romagna, fra quelli indicati nel Patto.

  • Percorso per la decarbonizzazione prima del 2050, passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035 e accelerazione del superamento delle plastiche monouso. Sostegno a una nuova mobilità sostenibile e intermodale rafforzando le reti del trasporto pubblico, 1000 km di nuove piste ciclabili, traffico motorizzato privato ridotto di almeno il 20% entro il 2025, mobilità privata verso “emissioni zero” anche attraverso l’istallazione di 2.500 punti di ricarica elettrica entro il 2025. Nuova legge regionale per il Clima. Riforestazione per 4,5 milioni di nuovi alberi. Riduzione del valore dei rifiuti non riciclati almeno a 110 kg pro-capite, con ancora più raccolta differenziata (80% al 2025). Filiera corta, agricoltura biologica e produzione integrata per oltre il 45% della superficie agricola utilizzata (Sau) entro il 2030.
  • 3% del Pil regionale investito in ricerca; la quota dei Neet (i giovani che non lavorano e non studiano) sotto la soglia del 10%; attrarre studenti e incentivarli a restare, anche con il rientro di talenti.
  • Centralità della sanità pubblica, che si è dimostrata fondamentale nella lotta al virus, puntando ancor più sulla medicina del territorio e la telemedicina, sistema di welfare integrato di prossimità, sempre più inclusivo e partecipato (innovazione sociale, nuova occupazione, sinergie col Terzo settore, lavoro sociale qualificato).
  • Rete dei servizi educativi e delle scuole per l'infanzia (0-6) più forte, con l’accesso garantito a tutte le bambine e i bambini, abbattendo progressivamente liste d’attesa e costo a carico delle famiglie.
  • Piano pluriennale di prevenzione del dissesto idrogeologico e di difesa della Costa.
  • Rafforzamento della Rete Alta Tecnologia e dell’Emilia-Romagna Data Valley bene pubblico. Dotare il territorio regionale di infrastrutture per la mobilità e la connettività.
  • Difesa dei posti di lavoro, nuova politica fiscale – improntata alla progressività, alla giustizia sociale e al recupero dell’elusione e dell’evasione – e costante valorizzazione della contrattazione collettiva tra le parti sociali.
  • Emilia-Romagna come capitale dell’industria culturale e creativa, arti che si rinnovano grazie alle tecnologie, che si aprono a un nuovo pubblico, che rigenerano il patrimonio storico e le periferie e che attraggono giovani, sfidando le grandi realtà europee.
  • L’opportunità di accedere a risorse straordinarie e la necessità di investirle in tempi rapidi per rimettere in moto l’economia e la società richiedono un cambio di passo nel rapporto tra Pubblica amministrazione, cittadini e imprese. Politiche e investimenti saranno supportati da un processo di semplificazione per ridurre la burocrazia e innovare la Pubblica amministrazione stessa. Non una deregolamentazione, ma un innalzamento del livello della legalità, dei diritti e della giustizia sociale, anche a fronte dei rischi crescenti di infiltrazioni criminali e mafiose.

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