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'Via di non ritorno' per l'ex Breda: i tir svuotano stabilimento

Nonostante il blocco dei cancelli da parte degli operai all'inizio di aprile e i tavoli al ministero, tir carichi di materiali sono partiti per Avellino

Tir carichi di materiali sono partiti dall'ex Bredamenarinibus di Bologna per Avellino dove c'e' l'ex Irisbus, lo stabilimento gemello di Industria italiana autobus.

Nonostante il blocco dei cancelli da parte degli operai all'inizio di aprile e i tavoli al ministero dello Sviluppo economico, tra nulla di fatto e rinvii, oggi torna a montare la rabbia di lavoratori e sindacati: a tre giorni dal nuovo incontro che si dovrebbe tenere a Roma "quello che sta succedendo è una rappresentazione di totale confusione che si pone, tra l'altro, in contraddizione con tutto quello che e' stato detto nei diversi tavoli ministeriali", mandano a dire Fim-Fiom-Uilm e i delegati sindacali.

Bruno Papignani, segretario regionale della Fiom, il 20 aprile scorso disse che c'era un mese di tempo per evitare il crack. E ora che il tempo sta scadendo: "I dirigenti aziendali stanno chiamando i lavoratori, indistintamente dalla loro professionalità, per offrire loro 15.000 euro che dovrebbero essere accettati in quanto la direzione avrebbe fatto sapere della imminente chiusura dello stabilimento. Pensiamo che si stia imboccando la via del non ritorno", avvisano Fim-Fiom-Uilm e delegati, quindi di fatti il trasferimento a Flumieri (AV) dei materiali era sospeso solo temporaneamente.

"Utilizzeremo tutti i mezzi necessari affinchè l'azienda non chiuda, anche se una tale situazione presenta gravi ed evidenti anomalie" fanno sapere le parti sociali. In assemblea, i lavoratori hanno dato mandato ai sindacati di fare "una volta per tutte chiarezza su queste gravi anomalie". E chiedere al Governo di "trovare un'alternativa e un progetto industriale che possa garantire la produzione di entrambi gli stabilimenti di Bologna e Avellino e la relativa occupazione. Il Governo deve rispondere di cio' che sta avvenendo perchè i lavoratori hanno giàfatto molteplici sacrifici di carattere economico e di prospettiva occupazionale".

Peraltro, proseguono le sigle dei metalmeccanici di Bologna, "è paradossale che in questo paese le commesse per il trasporto pubblico utilizzato dalla cittadinanza vengano costruite all'estero, in questo caso in Turchia. E' altrettanto incomprensibile e inaccettabile che, nello stato in cui versa il nostro paese, i veicoli che vengono finanziati dal sistema pubblico, a parità di qualità, non vengano prodotti in Italia".

Anche l'Ugl metalmeccanici chiede un incontro urgente con il Governo, prima del vertice al ministero del 25 maggio. (dire) 

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