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Imprese bolognesi, a gennaio perse oltre 700 aziende

Anche se l'economia bolognese va meglio la vitalità delle imprese nel 2017 sta risentendo dela crescita debole. Presentato il bilancio della Camera di Commercio: pesa il taglio delle quote camerali

Non è tutto oro quello che luccica. L'economia bolognese va meglio, ma le fragilità restano e si vedono, soprattutto se si guarda con attenzione allo stato di salute delle imprese più piccole. I dati li ha presentati nei giorni scorsi il presidente della Camera di commercio Giorgio Tabellini nella seduta del consiglio camerale convocata per l'approvazione del bilancio e per fare il punto sui tagli al diritto camerale e sulla ricerca delle risorse da destinare al sostegno delle aziende bolognesi.

Un aiuto potrebbe arrivare dai dividendi assicurati dall'Aeroporto, che a breve staccherà un assegno per Palazzo della Mercanzia di circa 3,7 milioni di euro. I saldi relativi ai primi mesi dell'anno evidenziano un tasso negativo tra nuove aperture di imprese e cessazioni. Tra gennaio e febbraio, a fronte di 1.184 iscrizioni al registro delle imprese, Palazzo della Mercanzia ha registrato 1.886 chiusure, con un saldo negativo di 702 aziende.

Una situazione economica complessiva nel territorio bolognese che necessita di una grande attenzione in relazione innanzitutto ad una debolezza delle imprese più piccole, nota la Mercanzia. Tengono le società di capitali, ma le altre soffrono. L'andamento relativo al numero di imprese esprime da un lato il fatto che nel 2016 si è registrato il numero minore di cessazioni dal 2007, ma dall'altro il fatto che nei primi due mesi del 2017 nessun settore ha un saldo positivo fra aperture e cessazioni.

Il dato è influenzato dalle chiusure di fine anno che si registrano a gennaio, ma va tenuto monitorato, si rileva in Camera di commercio. Anche perché, a febbraio il trend si conferma, anzi è in crescita: dopo le 1.107 cessazioni registrate a gennaio, a febbraio ne risultano 779

Occorre lavorare su orientamento all'attività di impresa in fase di start up, orientamento alle attività di formazione, competenze e servizi per l'apertura ai mercati internazionali, è la ricetta della Camera di commercio. E visto che chiudono soprattutto le imprese individuali, aggiunge, bisogna sostenere il rafforzamento competitivo nel salto dimensionale e nella cultura manageriale.

Nei primi due mesi del 2017 neppure un settore ha visto aumentare il numero delle imprese: l'agricoltura ne perde 176, la manifattura 101, le costruzioni 202, il commercio 329, per un totale di 702 aziende in meno. Società di capitale sono 61 in più, mentre le ditte individuali 619 in meno. Nei giorni scorsi, la Camera di commercio ha annunciato la collaborazione con una societa' (Co.Mark) che aiuta le imprese a trovare sbocchi commerciali all'estero.

Palazzo della Mercanzia sta cercando di mettere insieme un fondo da destinare al sostegno dell'economia, replicando azioni come quelle che si facevano solo fino a pochi anni fa, prima che la scure della riforma del settore camerale tagliasse il contributo annuale a carico delle imprese, togliendo risorse alle Camere di commercio. L'anno scorso il taglio è stato del 40%, cosi' le entrate dal diritto annuale sono passate da 22 a 11 milioni circa. Quest'anno era prevista una ulteriore riduzione del 10%, ma il governo ha proposto al sistema camerale di cancellare l'ulteriore riduzione, a patto che quel 10% venisse dirottato verso il ministero delle Attività produttive per progetti suoi. Martedì di questo si è discusso anche a Bologna: nonostante l'operazione non sia gradita praticamente a nessuna associazione, alla fine il Consiglio camerale ha dato comunque il via libera, con soli due astenuti, Unindustria e Confartigianato. (Dire)

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