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Cenone di Capodanno: Bologna al terzo posto in Italia, si spenderanno circa 58 euro

La scorpacciata meno cara a Roma, 50,84 euro, la più cara a Palermo, dove i cittadini ad affrontare le spese più care con una media di 75/78 euro, Bologna è terza. All'estero si brinda con bollicine italiane

Costerà un po' di più dell'anno scorso, salvo eccezioni, questo è certo: la scorpacciata meno cara si potrà fare a Roma, dove un si spenderà una media di 50,84 euro, sorprendentemente la più cara è al sud, ovvero saranno i palermitani i cittadini ad affrontare le spese più care con una media di 75/78 euro.

Tra le dieci città italiane prese in analisi da PromoQui, dopo Palermo si piazzano Venezia (61 euro), Bologna (58,71 euro), Torino (58,25 euro), Rimini (57,63 euro), Firenze (56,3 euro), Cagliari (56,09 euro), Napoli (55,21 euro), Milano (54,13) e appunto Roma (50,84 euro).

'PromoQui' è il motore di ricerca che consente di individuare i coupon e i volantini disponibili in una determinata zona, in un preciso momento. In base allo studio, si legge in un comunicato, una cena per una famiglia di 5 persone (composta da uno spumante, un pandoro, un panettone, un chilogrammo di salmone affumicato, un chilogrammo di cotechino, un chilo di lenticchie e uno di frutta secca) costerà 75/78 euro a Palermo, 61 euro Venezia, 58 euro a Torino e Bologna. In alcuni casi il cenone costerà meno rispetto al 2012 (con percentuali di risparmio intorno al 6-7%). A Cagliari, l'anno scorso, per il carrello indicato si sarebbero spesi 60 euro, quest'anno sono 56; a Milano, si spenderanno mediamente 54,13 euro contro i 56,68 dell'anno scorso. Si risparmiano due euro a Napoli (55 euro anzichè i 57,07 del 2012) e a Roma (l'anno scorso lo scontrino avrebbe indicato 55,07 euro).

SPUMANTE ITALIANO. All'estero si brinda sempre più spesso con le bollicine made in Italy: cresce infatti l'export degli spumanti, come rileva l'osservatorio Wine Monitor di Nomisma. In un anno difficile per i consumi interni, crescono, le esportazioni. Gli spumanti, i più cresciuti nelle esportazioni dell'ultimo decennio. "Tra il 2002 e il 2012 - dice Denis Pantini di Nomisma - il valore dell'export di spumanti dall'Italia è infatti aumentato del 185%, raggiungendo i 625 milioni di euro, andando così a pesare per il 13% sul totale delle vendite di vino italiano oltre frontiera. I dati relativi ai primi 10 mesi del 2013 sembrano confermare questa tendenza positiva, facendo presupporre così una buona chiusura per il bilancio annuale del comparto". Un aumento che potrebbe valere il 20% nei mercati principali, rispetto al 2012. Si tratta di un dato in controtendenza rispetto a quanto registrato in termini di importazioni complessive per tale tipologia di vino dove c'è un calo medio del 2%, dovuto, soprattutto alla riduzione degli acquisti di spumanti francesi (in particolare Champagne). La passione per lo spumante cresce, in particolare in Russia, dove le bollicine italiane hanno sorpassato quelle francesi.

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