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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Caro carburante, economia in affanno. Saca: "Perdiamo 30mila euro al giorno. Decreto anti-rincari non basta"

INTERVISTA | Le parole di Alessio Passini, presidente di Saca, la Cooperativa di trasporti bolognese con mezzi in tutta l’Emilia-Romagna

Fino al 30 aprile, grazie al taglio introdotto dal governo con la cosiddetta accisa mobile, il prezzo del carburante sarà più basso.

L'invasione militare da parte della Russia in Ucraina ha portato ad un ulteriore aumento dei prezzi tanto da richiedere appunto un intervento per limitare nuovi rincari e forti oscillazioni dei prezzi. 

Questa misura, che introdurrà anche un bonus di 200 euro per i lavoratori dipendenti, però non sembra soddisfare chi lavora nel settore trasporti. 

Cosa significa tutto ciò? Lo abbiamo chiesto ad Alessio Passini, presidente di Saca, la Cooperativa bolognese, con mezzi in tutta l’Emilia-Romagna, che proprio quest'anno compie 50 anni.

Com'è la situazione a quasi un mese dallo scoppio del conflitto?

"Lo scoppio della guerra ha esasperato una speculazione dei prezzi a cui stavamo già assistendo; prima davamo la colpa al post pandemia, poi la guerra ha influito con un aumento esponenziale rapidissimo – non solo di benzina e gasolio che, facendo trasporto su gomma, incidono sui nostri costi fissi – ma anche di tutti gli altri costi legati alla manutenzione come l'aumento del costo dei pezzi di ricambio. Insomma, ci sono tutta una serie di settori che hanno subito dei rincari importanti e con i contratti che abbiamo noi si fa fatica a recuperare questi costi".

Saca Bus-2

Qual è la situazione ad oggi?

"Al momento lavoriamo sottocosto. Siamo un gruppo, in totale, di circa 850 persone. Siamo riusciti a non licenziare nessuno durante la pandemia e oggi come oggi resistiamo per non lasciare a casa nessuno ma saremo costretti a fermarci perché anche le misure introdotte con il nuovo decreto non sono sufficienti per andare avanti. E se ci fermiamo, chiaramente potranno esserci ripercussioni sul nostro personale. Il rincaro del carburante è il principale aumento che abbiamo: dalla fine di dicembre a metà marzo c'è stato un aumento del 56% del costo del gasolio e, se valutiamo quello del metano, la percentuale aumenta ancora di più". 

Quanto vi aiuterà l'introduzione del decreto?

"Noi abbiamo delle perdite di circa 25-30 mila euro al giorno, con l'introduzione del decreto la perdita sarà ridotta sì, ma solo di un terzo; parliamo quindi di un recupero tra gli 8 e  i 10mila euro ma resteremo ugualmente in perdita. Fino a quando potremo, ci daremo da fare per evitare il peggio ma poi immagino che ad un certo punto non ci saranno più le condizioni e ci dovremo fermare. Detto più semplicemente: se per far girare i mezzi dobbiamo pagare il carburante e poi alla fine del mese non abbiamo le risorse per poter pagare i finanziamenti, i dipendenti e i costi di gestione qual è la via d'uscita? Prima o poi ci dobbiamo fermare per non alimentare questa perdita". 

Quali sono le vostre richieste?

"Bisogna riconoscere che chi utilizza il carburante a fini professionali deve avere un'agevolazione fiscale più significativa altrimenti non si riescono a coprire i costi rispetto ai corrispettivi pattuiti con gli enti pubblici stessi. È il classico cane che si morde la coda perché i contributi che percepiamo sono insufficienti; se si scontano dal carburante bene, altrimenti ci sarebbe bisogno di un aumento dei contributi per non andare in perdita".

"Avremmo bisogno di avere abbattimenti sulla pressione fiscale così da riportare il prezzo del carburante ad una soglia sostenibile. Ragionando sul prezzo alla pompa parliamo di almeno un costo inferiore ad 1,50 euro per il gasolio e meno di 1 euro per il metano. Speriamo che qualcuno intervenga, che sia la Regione in conferenza Stato-Regioni o che sia il Governo, noi vorremmo continuare a fare il nostro lavoro nella maniera giusta, senza perdere soldi ed energie".

Saca Auto-2

La soluzione è una flotta più sostenibile?

"Come Saca abbiamo sempre cercato di spostarci verso il green e l'eco e così negli ultimi anni abbiamo cambiato molti mezzi e siamo passati al metano, una mossa a posteriori però non troppo furba visto il costo degli ultimi tempi. La prospettiva futura? L'elettrico per i veicoli piccoli e l'urbano mentre per il 2030 vediamo un parco mezzi con alimentazione a idrogeno per le batterie e motore elettrico. Abbiamo 100 autovetture, 80 furgoni e camion e poi un centinaio di autobus da turismo e oltre 200 per il trasporto pubblico e scolastico. In totale, compresi tutti gli associati della cooperativa, il nostro fatturato ammonta ad oltre 50 milioni di euro".

Cosa significa affrontare un'altra crisi così vicina a quella causata dal covid?

"Durante la pandemia abbiamo impegnato il nostro patrimonio scegliendo, come cooperativa, di impegnarlo per sostenere le aziende socie. Una scelta importante perché non era mai successo, ma è ovvio che quello sforzo, grande, ora non ci permette di avere molte risorse da mettere in campo. Veniamo quindi da una crisi che ci ha azzerato e proprio adesso, a 50 anni dalla nostra fondazione, contavamo di recuperare qualcosa ricominciando a pensare a nuovi investimenti. Questa ulteriore crisi ci riporta invece ad uno stato da cui non riusciamo davvero a capire come venirne fuori". 

Prima il covid, poi la guerra. Quali le ricadute sull'economia locale? Le nostre interviste:

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