"Vivere e studiare a Bologna costa 900 euro al mese", vicensindaca: "Obiettivo calmierare i prezzi"
Il costo per prendere casa non "diventi un disincentivo". Emily Clancy illustra i progetti in cantiere
Bologna "ha una capacità attrattiva importante in questo momento. Dobbiamo far sì che la casa non sia un disincentivo. Il nostro obiettivo è calmierare il mercato". Lo ha detto questa mattina dell'agenzia 'Dire' per un videoforum insieme al delegato per gli studenti dell'Alma Mater, Federico Condello, la vicensindaca Emily Clancy sottolineando che in città "ogni anno si stipulano circa 4.000 contratti a canone calmierato", e che il Comune investe sei milioni all'anno per la riduzione dell'Imu.
"E' uno degli strumenti principali con cui si può calmierare il mercato - specifica Clancy - per questo contiamo molto sul rinnovo dell'accordo triennale sul canone calmierato, insieme alle parti sociali. E vogliamo mettere alcuni incentivi". Ad esempio "stiamo studiando una misura insieme all'Ateneo per inserire premialità per i nuovi contratti stipulati, in modo da incentivare una nuova stagione di canoni calmierati e calmierare il mercato".
"Per studenti costa 900 euro al mese"
Bisogna "lavorare per calmierare i prezzi", ma è necessario anche "lavorare molto intensamente per cambiare la mentalità cittadina". Del resto, "il sogno nel cassetto è diventare una Università-città esemplare per il diritto allo studio e l'accoglienza". Ha detto Federico Condello, delegato del rettore per gli studenti,: La ripartenza rischia di avere un costo molto elevato anche perchè adesso incassiamo la botta della pandemia - ossia l'effetto sui redditi Isee - e i nostri dati ci dicono che è in costante aumento il numero di studenti che stanno sotto una soglia Isee piuttosto bassa". Dal 2017 a oggi, infatti, "è raddoppiato il numero di studenti all'interno della nostra 'no tax area', che è fissata a 23.000 euro- segnala Condello- ed è un trend costante". In altre parole, "il problema economico c'è- avvisa il delegato d'Ateneo - vivere e studiare a Bologna costa a un fuorisede circa 900 euro al mese".
Insieme al Comune, spiega Condello, si lavora quindi "per calmierare i prezzi" e il costo della vita in città. "Ma bisogna lavorare molto intensamente anche per cambiare una certa mentalità cittadina", afferma il delegato del rettore. Il Comune di Bologna, osserva Condello, "sta facendo passi avanti giganteschi, ma si tratta di capire se la città segue la sua classe dirigente. Bisogna capire quanto gli studenti portano a Bologna. Se domani l'Alma Mater decidesse di diventare solo un Ateneo telematico, quanti posti di lavoro si perderebbero? Si calcola che 15 studenti bastano a generare un posto di lavoro diretto. E l'indotto studentesco vale circa tre milioni di euro al giorno. Gli studenti dovrebbero stamparsi su una maglietta questa cifra e forse una parte della città cambierebbe atteggiamento", ironizza il professore. Gli AirBnB, ammette, "rendono di più, ma gli studenti nel lungo periodo rendono mille volte di più. Tra l'altro oltre la metà di loro vuole rimanere e l'8,6% sono studenti internazionali: anche loro vogliono restare. Teniamoceli, perchè altrimenti Bologna muore".
Per questo, dice Condello, "il nostro sogno nel cassetto è diventare una Università-città esemplare per il diritto allo studio e l'accoglienza. Questa è la stella polare dell'attuale governo dell'Ateneo. E il dialogo col Comune su questo è fondamentale. Abbiamo tutte le possibilità di farlo". Serve però "investire di più in diritto allo studio", avverte il delegato, perchè "sta crescendo la sofferenza economica di famiglie e studenti. Già ora il volume finanziario complessivo dell'Alma Mater sul diritto allo studio è intorno a 80 milioni di euro.
Quello di Ergo solo per Bologna è oltre 50 milioni. Siamo un ecosistema città-università che già investe molto, ma dovremo investire di più. Tagliando altro, è questione di priorità". Gli studentati ad oggi contano 1.600 posti e in tre anni "ce ne saranno 600 in più. Ma parliamo di una goccia nell'oceano- afferma Condello- Bologna deve essere lo studentato dell'Alma Mater, in armonia coi cittadini. Meno studentati e più accoglienza, questa è la linea per il futuro".
"Canone calmierato"
"Stiamo facendo un lavoro di moral suasion coi proprietari, insieme ai rappresentanti degli studenti" ha dichiarato la vicesindaca che si dice a favore del canone concordato studentesco, "che anche per i proprietari è molto conveniente ma è sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità. Stiamo lavorando perchè i proprietari lo conoscano di più e perchè l'Ateneo lo proponga direttamente agli studenti al momento dell'iscrizione già dal prossimo settembre, perchè siano informati e possano chiedere direttamente ai proprietari" questo tipo di contratto.
Studenti e case
Nel 2020 e nel 2021, ricorda Clancy, circa il 10% delle richieste di contributo per l'affitto arrivate al Comune di Bologna è stata presentata dagli studenti (l'anno scorso sono state circa 10.000 le domande in totale). Inoltre, segnala la vicesindaca, "anche il 20% delle domande di rinegoziazione del canone sono state prodotte dalla comunità studentesca". Nel complesso, quindi, negli ultimi due anni il Comune ha investito "1,3 milioni di euro verso gli studenti e i proprietari di casa" sul fronte degli affitti.
Nel nuovo piano urbanistico, inoltre, "negli investimenti sull'Ers sono previste quote da destinare agli studenti - ricorda Clanc - per dare loro appartamenti a prezzi accessibili e che non superi del 20% il canone che fa Ergo". Negli ultimi anni è stato anche sperimentato il connubio tra Acer ed Ergo, con alloggi Erp dati all'agenzia regionale per il diritto allo studio. "Ad esempio in via Gandusio ci sono universitari che aiutano i figli degli assegnatari a fare i compiti. Queste sono forme che andremo a incentivare nei prossimi anni".
E fuori Bologna?
"Si può provare a incentivare anche la ricerca dell'alloggio in area metropolitana - afferma Clancy - è anche vero però che per uno studente l'esperienza universitaria è anche vivere la città. E questa non è una cosa che si può colpevolizzare. Di certo però bisogna dare la possibilità a chi vive in area metropolitana di fare davvero questa scelta, potenziando l'Sfm e con un trasporto pubblico anche notturno: una città come Bologna ne ha bisogno".
(Foto archivio)