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Stop cessione crediti superbonus, allarme edili Emilia-Romagna: "Si rischia reazione dura"

L'Unione Regionale Costruttori Edili vede nero: "Blocco di centinaia di cantieri, fallimenti di centinaia di imprese, perdita di migliaia di posti di lavoro, contenziosi con condomini". Pericolo anche per gli impegni del Pnrr

"Fermando l’acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza una soluzione strutturale alternativa ci sarà una grave crisi sociale ed economica per migliaia di famiglie e imprese". E' l'allarme di Ance Emilia-Romagna, l'Unione Regionale Costruttori Edili.

Il Consiglio dei ministri ieri ha infatti abrogato la possibilità di cedere i crediti degli interventi di ristrutturazione, per il cosiddetto superbonus. Il 20 febbraio le associazioni di categoria sarebbero convocate a Palazzo Chigi.

“La Regione Emilia-Romagna confermi il suo fondamentale ruolo di mediazione tra rappresentanti delle imprese di costruzioni - ha dichiarato il presidente Maurizio Croci - istituti di credito e mondo produttivo per trovare insieme una soluzione e si faccia interprete presso l’Esecutivo di una situazione che sta per deflagrare in tutta la sua gravità anche nel nostro territorio”.

“Se il Governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie”, dichiara la Presidente Ance nazionale, Federica Brancaccio, 
“Spero che si tratti di un errore. Non posso credere che il Governo pensi di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo”, insiste Brancaccio. “È da ottobre che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere”.

"Rischiamo una reazione dura"

“Senza un segnale immediato da parte del Governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione. Come Ance ci siamo già fatti carico insieme ad Abi di individuare un’efficace via d’uscita compatibile anche con la recente pronuncia di Eurostat. Dobbiamo intervenire: non c’è più tempo”, conclude la Brancaccio.

Croci, da parte sua, propone l’acquisto dei crediti fiscali delle banche da parte della Regione Emilia-Romagna come "una delle soluzioni possibili. Il divieto che porrebbe il Governo chiuderebbe questa strada e comporterebbe effetti drammatici - ma con lo stop sarebbe esclusa anche questa possibilità - Nella nostra regione questi sono i rischi: blocco di centinaia di cantieri, fallimenti di centinaia di imprese, perdita di migliaia di posti di lavoro, avvio di contenziosi con condomini e cittadini. Non sostenere la filiera delle costruzioni, settore che più degli altri ha contribuito alla crescita regionale negli ultimi due anni, significherebbe quasi certamente non riuscire a far fronte agli imminenti impegni del Pnrr (che solo
nella nostra Regione vale oltre 5 miliardi di euro). Chiediamo inoltre alla Regione Emilia-Romagna di farsi interprete presso l’Esecutivo di una situazione che sta per deflagrare in tutta la sua gravità sul tessuto economico e sociale”.

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