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CNA cancella il contratto nazionale, lavoratori in sciopero: "Questo impostoci è inaccettabile"

Pronte altre 37 ore di mobilitazione: "Questo contratto e gli accordi integrativi aziendali, sono il frutto di trent’anni di corrette relazioni sindacali e di reciproco rispetto"

Lavoratori in sciopero per tre ore, oggi, davanti la sede CNA regionale in via Rimini 7, a Bologna. Ed è solo l'inizio. Altre 37 ore di mobilitazione in programma. La mobilitazione riguarda le lavoratrici di CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa) Emilia Romagna, Siaer (Società Consortile a responsabilità limitata che fa capo a CNA)  ed ECIPAR (società di formazione CNA). A monte della protesta - spiegano Filcams Cgil e Fisascat Cisl di Bologna - il fatto che  "la Direzione di CNA Emilia Romagna, Siaer ed ECIPAR hanno disdetto il contratto nazionale e gli accordi integrativi aziendali, frutto di trent’anni di corrette relazioni sindacali e di reciproco rispetto".

L’8 settembre si è svolto il primo incontro tra le organizzazioni sindacali (confederali e di categoria), la Direzione CNA regionale e le sue società collegate. Durante il summit le organizzazioni sindacali hanno evidenziato "la gravità dell'azione messa in campo dall'Associazione datoriale, esprimendo la disponibilità ad aprire un tavolo di confronto per affrontare con responsabilità i problemi evidenziati fermo restando il ritiro , da parte di CNA, dalla disdetta contrattuale e della lettera inviata in data 31 luglio 2014".
Nessun riscontro sarebbe giunto dopo l'incontro. Da qui la decisione dei lavoratori, di concerto con le sigle sindacali, di proclamare lo stato di agitazione, già aperto in agosto, e un pacchetto di ore 40 ore di sciopero.

Durante il sit-in odierno le manifestanti sono entrate nella sede CNA Emilia Romagna, dove era in corso il consiglio di amministrazione di Siear, ed hanno letto un comunicato di denuncia contro la decisione aziendale. “Questo diktat – recita il messaggio - impostoci è per noi inaccettabile nel metodo e incomprensibile nelle motivazioni addotte: è stata l’unica strada intrapresa per un ipotetico risparmio economico. Il confronto per una razionalizzazione dei costi ci è stato promesso da maggio ma mai mantenuto; sorge in noi la convinzione che i motivi siano esclusivamente politici e non di merito. Chiediamo – prosegue il documento - di revocare la disdetta dei contratti per ripristinare quel confronto e quel dialogo che ha sempre caratterizzato i nostri rapporti e che dovrebbe a maggior ragione contraddistinguere una associazione di rappresentanza quale è CNA”.

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