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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

"Devastati dalla pandemia, settore capro espiatorio": Confcommercio chiede ripartenza totale

L'associazione chiede di riaprire a ogni tipologia merceologica, sia in sede fissa che ambulante

"Il commercio al dettaglio non alimentare è devastato dalla pandemia". Lo sostiene Confcommercio Emilia-Romagna che ritiene  "improrogabile la stabile riapertura di ogni tipologia merceologica", soprattutto alla luce dei dati diffusi da Unioncamere che certificano un calo medio delle vendite del 5,6% nel 2020, il peggiore risultato da sette anni. 

"Vediamo cali medi di oltre il 25% nell'abbigliamento. E stiamo parlando di dati medi, che fotografano situazioni dove il calo ha anche superato il 50% - fa sapere l'associazione - Per alcuni settori i ristori hanno a malapena bilanciato le perdite di un mese di attività".

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Le imprese attive nel commercio al dettaglio erano 42.715 al 31 dicembre 2020. Rispetto a un anno prima la loro consistenza è diminuita del 2% (-879 unita'). "Quando gli strumenti di salvaguardia e gli ammortizzatori sociali introdotti saranno rimossi, gli effetti della pandemia sulla tenuta del tessuto economico saranno devastanti e l'impatto sui settori maggiormente colpiti sarà tragico, con forte ripercussioni sulla tenuta sociale e sulla vivibilità delle nostre città", avverte Confcommercio.

"Per scongiurare questo scenario chiediamo con estrema decisione che venga al più presto data la possibilità di riaprire a ogni tipologia merceologica del commercio al dettaglio, sia in sede fissa che ambulante, nella totale convinzione e consapevolezza che ogni attività di questi settori sia in grado di garantire l'assoluto rispetto di tutte le disposizioni sanitarie previste dalla normativa anti Covid. I problemi stanno altrove e ci siamo stancati di essere il capro espiatorio di questa situazione", protestano i commercianti.

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