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Economia

Confindustria, Bocci batte Vacchi per un soffio: "Segno di due posizioni diverse"

Stoccata di Merola: "Confindustria ha scelto ancora una volta una linea conservatrice che non li aiuterà a risolvere i problemi di rappresentatività che hanno"

Il nuovo presidente nazionale di Confindustria è Vicenzo Boccia, che batte per un soffio l'industriale bolognese Alberto Vacchi. Solo nove, infatti, i voti di differenza tra i due candidati. Si parla di "uno scarto minimo, testimonianza di una Confindustria che ha due posizioni diverse", fa notare Vacchi, che però - facendo i migliori auguri al neoletteo - avverte: "Ora quello che non deve esistere è una spaccatura di Confindustria".

'SCELTA CHE NON AIUTERA' CONFINDUSTRIA'. Non mettendosi nelle mani di Vacchi, Confindustria ha scelto "ancora una volta una linea conservatrice" che "sicuramente non li aiuterà a risolvere i problemi di rappresentatività che hanno". Queste le parole del sindaco di Bologna, Virginio Merola,  commentando a caldo la vittoria di Boccia. "Mi dispiace moltissimo- dice Merola- Vacchi comunque è una persona di grande rilievo che sta facendo molto per questa città e per il Paese. E continueà a farlo". Confindustria invece "scegliendo ancora una volta una linea conservatrice- è la stoccata del sindaco- continuerà ad avere molti problemi".

Anche il presidente della Commissione Affari esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, ha commentato a caldo il voto asserendo che "Vincenzo Boccia ha una grande esperienza confindustriale che lo aiuterà molto. Gli faccio i migliori auguri e sono certo che non potrà fare a meno della qualità e dell'apporto di un grande industriale come Alberto Vacchi, che in questi anni a Bologna ha conquistato sul campo considerazione e stima".

CHI E' IL NUOVO PRESIDENTE.  Vincenzo Boccia è nato a Salerno nel 1964, sposato e padre di due figlie, è amministratore delegato dell’azienda di famiglia Arti Grafiche Boccia. Sostenuto da Emma Marcegaglia e Luigi Abete, ha avuto l’appoggio delle federazioni confindustriali del Piemonte, di una parte della Lombardia (Lecco, Sondrio, Mantova e Legnano) e del Veneto (Vicenza, Verona, Venezia), poi i voti del Sud tranne quelli di Napoli che insieme all’ex presidente Antonio D’Amato aveva scommesso su Bonometti.
 

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