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Coronavirus ed economia: l'automotive vede nero, Confindustria Emilia in pressing

Il leader regionale Ferrari: "Rinviare scadenze, versamenti e adempimenti, anche quelli burocratici e amministrativi"

 Il decreto 'Cura Italia' non basterà. "Serviranno interventi di portata ed entità molto più ampia di quelli attuali", ammonisce il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari.

"Il decreto dà alcune prime risposte all'emergenza sanitaria ed economica. Il Paese ha però bisogno urgente di un piano straordinario di interventi in grado di dare una forte scossa all'economia", aggiunge Ferrari. Insomma, "le risposte offerte sinora dal Governo, pur apprezzabili nei contenuti, perché intervengono prioritariamente sulle questioni di emergenza, prima di tutto sanitaria e di tutela dell'occupazione, appaiono ancora molto deboli dal punto di vista economico, sia dal punto di vista delle risorse messe in campo sia per l'esiguità degli interventi, in particolare quelli per la liquidità delle imprese, in alcuni casi quasi simbolici", contesta il numero uno di Confindustria, che giudica "assolutamente incoerente con il momento che la gran parte delle imprese italiane stanno vivendo" la previsione di "una proroga generalizzata di quattro giorni per i versamenti fiscali, pur consapevoli degli spazi di manovra limitati della finanza pubblica".

Del resto, l'emergenza sanitaria che sta colpendo tutto il mondo, e l'Europa in modo particolare, "sta di fatto fermando l'economia di un intero continente con imprese e lavoratori, a partire da quelli delle filiere più critiche e strategiche, impegnati a tenere faticosamente acceso il motore del sistema produttivo". Per questo, "rinviare scadenze, versamenti e adempimenti, anche quelli burocratici e amministrativi, diventa essenziale", sostiene Ferrari, convinto che "su questo molto ancora si potrebbe fare".

Il leader di Confindustria Emilia-Romagna pensa "alla sospensione di alcuni adempimenti in materia ambientale che riguarda soltanto una minima parte degli oneri che gravano sulle imprese: è necessario sospendere una serie di adempimenti amministrativi in campo ambientale ed energetico che le imprese sono impossibilitate a rispettare in conseguenza dell'emergenza sanitaria".

Ferrari cita le previsioni drammatiche del Cerved (perdite di fatturato per le imprese da 220 a 470 miliardi): "L'eccezionalità della crisi che il Paese sta vivendo richiede misure straordinarie di contrasto, che vanno indirizzate a tutte le tipologie e le dimensioni di impresa".

Gli imprenditori dell'Emilia-Romagna e del Paese, conclude Ferrari, "attendono dal governo nei tempi più celeri possibili un provvedimento di portata ben più ampia, in grado di attenuare gli effetti della pesante recessione economica che abbiamo davanti e di ridare forza al sistema economico per ripartire finalmente con la spinta necessaria".

Peraltro, "la crisi economica rischia ancora una volta di pesare più di tutti sull'Italia, già in rallentamento prima dell'emergenza e con spazi di manovra ben più limitati degli altri Paesi europei". Dunque, conclude Ferrari, "serviranno scelte davvero coraggiose e incisive, al di là della retorica e delle affermazioni di principio, in grado di mobilitare investimenti pubblici e privati per centinaia di miliardi, non per qualche decina".

 "La difficoltà è non capire quando si ripartirà, vista l'onda lunga per come si sta gestendo questa crisi mondiale, gli effetti saranno molto lunghi. A breve tutti saremo fermi e il problema sarà la ripartenza, il mercato". E' il monito del presidente e ad di Lamborghini, Stefano Domenicali, intervistato da Radio24. "Il comparto auto sta vivendo una crisi inimmaginabile e importante perché il mondo dell'auto coinvolge una filiera immensa con molti addetti", ammette il manager.

"Sarà importante capire la domanda di vetture di lusso alla ripresa, per quanto riguarda il mio settore. Per gli altri produttori, è capire, ad esempio in questa ondata di elettrificazione spinta in cui hanno investito tanto, quanto ci sarà la possibilità che questo avvenga.

Questo purtroppo potrebbe essere un fattore di rallentamento in questa direzione, perché i sussidi che potevano esser previsti prima devono essere convogliati verso altre iniziative, la gente prima di cambiare macchina ci penserà due volte", osserva Domenicali.

"Bisogna valutare bene le conseguenze, bisogna aspettare che la sabbia si depositi perché nella tempesta si rischia di fare manovre azzardate e sbagliate. Unica cosa positiva è che vediamo segnali incoraggianti dal mercato della Cina che dà già qualche piccolo segnale di ripresa, ma quello è un mondo a sè e bisogna capire come l'Europa e come gli Stati Uniti reagiranno a questa situazione che è ancora lungi dall'essere risolta", conclude il numero uno della casa del Toro. (Vor/ Dire)

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