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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Discoteche chiuse da un anno: "Lontane dal riaprire, soprattutto nella modalità di prima, anche perchè nostro target fuori dal piano vaccinale"

L'INTERVISTA - Oliviero Giovetti (SILB): "Con i ristori recuperiamo la metà dell'affitto. Qualcuno ci spieghi i criteri per il calcolo delle perdite: perché ci deve essere un minimo? Perché vanno divise per i 12 mesi?"

Un settore che si sente dimenticato (e un po' demonizzato) quello delle discoteche e delle sale da ballo, la cui musica è praticamente spenta da un anno, escluse brevi parentesi di riaperture con forti limitazioni. La morte di Raoul Casadei ha recentemente riacceso i riflettori sul mondo del ballo e dell'intrattenimento riconoscendone l'importanza sociale e culturale, ma la preoccupazione che i numeri delle attività calino ulteriormente (già tante chiusure negli ultimi anni) è forte, soprattutto di fronte a tanta incertezza e a un decreto Sostegni che non rassicura: "La mavovra Draghi è quella delle super-briciole" sostiene il presidente SILB - Sindacato Italiano Locali da Ballo di Bologna Oliviero Giovetti

Giovetti, qual è la situazione reale fra perdite e ristori nel mondo delle discoteche? "I danni economici che abbiamo subito sono molto gravi e i sostegni che abbiamo ricevuto dallo Stato decisamente insufficienti: a fronte di una chiusura quasi totale abbiamo gli affitti e i costi fissi delle utenze per esempio. Nel caso delle nostre attività (Chalet dei Giardini Margherita e discoteca Qubò ndr) parliamo di circa 100 mila euro di affitto annuo per il locale del centro e circa 15 mila euro/annui di fisso sulle utenze varie. Con i ristori del Governo Conte ho recuperato circa il 50% dell'affitto. Adesso, con il decreto Draghi, ci spetta il 3/4% della perdita totale, ma c'è la beffa del diviso 12 (i 12 mesi dell'anno). E anche quella della perdita minima del 30%: se siamo sotto non si non è anche quella una perdita? Super-briciole insomma". 

Dipendenti a rischio licenziamenti? Ci sono dei locali cha hanno chiuso per sempre? "Per il momento e nonostante i ritardi i nostri dipendenti fissi sono stati coperti dalla cassa integrazione e dal contributo dell'INPS per cui in un modo o nell'altro se la stanno cavando. Gli stagionali chiaramente a fine contratto non sono stati richiamati visto che i locali sono chiusi: si trattava del 90% di studenti universitari che adesso sono tornati a fare gli studenti. Quello che sarà lo sapremo fra un po', ma le prospettive non sono rosee. Sul fronte chiusure, beh, siamo rimasti già così in pochi che spero proprio non ce ne siano ancora..." 

Oltre allo Stato, Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna vi hanno riservato dei sostegni? Di che tipo? Sono stati utili? Che voto darebbe alle istituzioni? "Lo Stato lo bocciamo, la Regione Emilia-Romagna è sospesa e Palazzo d'Accursio lo promuoviamo. Sulle decisioni dei due governi che abbiamo visto mi sono già espresso. Sul fronte regionale si è parlato di 3 milioni di euro a disposizione da gennaio 2021, ma non ne sappiamo ancora nulla per il momento. Da parte dell'amministrazione locale invece abbiamo ricevuto un -30% sugli affitti dei locali che appartengono al Comune (come lo Chalet per esempio) che non è poco. Poi c'è stato il suolo pubblico (Cosap) e lo sconto del 50% sulla Tari, che però ci conta un anno intero mentre siamo stati chiusi tantissimi mesi". 

Il decreto che chiude le discoteche: "Ce lo aspettavamo ma fa male"

Come è cambiata la vostra vita e come è cambiato il vostro lavoro in questi mesi? "Siamo chiusi da troppo tempo e all'improvviso ci siamo ritrovati a casa con la televisione accesa quando prima lavoravamo quasi ogni giorno della settimana. Io e i miei soci nello specifico abbiamo investito tutto il tempo occupandoci dei lavori di manutenzione del locale: abbiamo intonacato i muri, ridipinto le staccionate, sistemato tavoli e sedie, rinnovato i dehors. Il tutto in un'ottica futura di ritorno alla normalità". 

Pub e bar: paura che spariscano i piccoli locali 

Quando vi aspettate sarà possibile aprire e in quale modalità immaginate le discoteche post pandemia? "Non credo che sarà possibile aprire prima di luglio e mi riferisco naturalmente ai locali open-air come ad es lo Chalet dei Giardini Margherita, Villa Serena e Ca' de Mandorli per fare qualche esempio. Penso che le discoteche siano ancora molto lontane da una riapertura a tutti gli effetti, così come la conoscevamo e il punto sta anche nel fatto che il nostro target fatto di giovani e giovanissimi è anche quello che per il momento resta fuori dal piano vaccinale".  

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

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