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Economia

Stato di crisi: "Non c'è mobilità, non ci sono i ristori": in autostrada i distributori chiudono

"Non più in grado di garantire l’apertura con continuità e regolarità". Dal 27 novembre, sospese le aperture notturne e, dalla settimana seguente, anche quelle diurne. La serrata riguarderà 6 impianti nel nodo bolognese di A1, A13 e A14 e una ventina in Emilia-Romagna

Stato di crisi per i distributori di carburanti. Lo denunciano in una nota unitaria Faib Fegica Figisc e Anisa, evidenziando che in assenza dell’ampliamento della misura Ristori - contributo a fondo perduto - ai gestori questi “Non saranno più in grado di garantire l’apertura degli impianti. Con continuità e regolarità" quindi a partire dalle autostrade dal prossimo 27 novembre, verranno sospese le aperture notturne e, dalla settimana seguente, anche quelle diurne.

La serrata riguarderà 6 impianti nel nodo bolognese di A1, A13 e A14 e una ventina in Emilia-Romagna. 

In pratica "se non c’è mobilità (strade o autostrade che siano), non ci sono erogati e non c’è fatturato. E i gestori non possono rimanere con gli impianti aperti a solo presidio del territorio".

"La distribuzione carburanti ha subìto -in questo 2020- un vero e proprio tracollo che porta a registrare perdite di erogato (e fatturato) superiore al 40% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale"

Le Federazioni "hanno denunciato la situazione di insostenibilità delle loro attività a seguito dei provvedimenti assunti ed in corso di assunzione (zone rosse/arancioni/gialle), per la limitazione dei movimenti, della circolazione di cittadini e veicoli, della limitazione dell’apertura di scuole ed attività diverse (anche ad orario ridotto) e dell’adozione -su larga scala- del lavoro in smart working" evidenziando "che la distribuzione carburanti ha subìto -in questo 2020- un vero e proprio tracollo che porta a registrare -per i motivi suindicati- perdite di erogato (e fatturato) superiore al 40% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale".

I Presidenti delle Federazioni, che pure hanno apprezzato lo sforzo fatto dal Governo nella scorsa primavera, hanno rappresentato che, da un lato non si sono concretizzati gli interventi ripetutamente annunciati quali il “trasferimento” alle gestioni della riduzione delle royalties da parte dei Concessionari Autostradali agli Affidatari e dall’altro che negli ultimi Atti in corso di conversione in Legge, la categoria dei gestori carburanti è stata esplicitamente esclusa da qualsiasi forma di ulteriore sostegno economico, pur in presenza di progressive e notevoli perdite per effetto dei provvedimenti nazionali e regionali sopra indicati.

Le Federazioni hanno quindi segnalato che la Categoria è ancora in attesa dell’emanazione -da parte del Mise- dei Decreti attuativi sui “contributi figurativi”, contenuti nell’art. 40 del DL n° 34 del 19.5.2020 convertito, con modificazioni, nella legge n° 77 del 17 Luglio 2020 e destinati al parziale ristoro dei Gestori che, in autostrada, sono stati costretti ad essere aperti comunque, in ossequio al pubblico servizio essenziale, nonostante ripetuti solleciti.

"Poiché il Decreto Ristori messo a punto dal Governo sembra non aver tenuto conto di questo settore e di questa Categoria (anche con l’omissione dei codici Ateco specifici) - scrivono - chiedono che l’Esecutivo valuti i problemi emergenti (e solo parzialmente segnalati), consentendo anche ai Gestori (presenti in tutte e tre le zone del Paese ancorché con incidenze diverse) di fruire dei provvedimenti medesimi. Ciò al fine di evitare la chiusura delle loro attività ed il licenziamento-di fatto- di migliaia di addetti. Nella nota, dopo aver sollecitato l’immediata apertura del tavolo di settore che il Ministro Patuanelli continua a negare, le Federazioni  evidenziano che in assenza dell’ampliamento della misura Ristori ai gestori questi Non saranno più in grado di garantire l’apertura degli impianti. Con continuità e regolarità". 

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