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Economia

Nuovo Dpcm, pub e ristoranti bolognesi: "Come un fulmine, scritto da chi non conosce il nostro lavoro "

I locali chiudono alle 24 con stop alle consumazioni non al tavolo dopo le 21: "Danno enorme a un settore che ha già pagato un prezzo elevato alla pandemia"

Locali e ristoranti chiudono alle 24 e stop alle consumazioni non al tavolo dopo le 21. E' una delle misure anti-covid contenute nel nuovo dpcm del governo Conte che, secondo Ascom "si è abbattuto come un fulmine sui pub, bistrot e bar della città, che dovranno chiudere alle 24 e non potranno servire, dopo le 21, da mangiare o bere ai clienti che non sono seduti ai tavoli. Una disposizione che rischia di mettere a rischio posti di lavoro e la solidità economica stessa dei locali". 

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La polemica dell'associazione è anche sui controlli delle persone che sostano davanti ai locali senza mascherina: "Il governo ha preferito colpire i pub, le birrerie e i cocktail bar che non sono certo la causa dell’aumento dei contagi Covid", per gli associati Ascom Bologna, quindi, il dpcm rappresenta "una misura sommaria, che non tiene conto dell’impegno profuso dai ristoratori in questi mesi di emergenza sanitaria per contenere i contagi da Coronavirus e pensata da chi non ha idea delle difficoltà che si riscontrano nella gestione di un locale". Inoltre "bar e ristoranti per ragioni di spazio limitato, dovuto della natura medievale del centro storico - di Bologna - hanno pochi tavoli a disposizione lavorando soprattutto con l’asporto e la consumazione in piedi. La norma che vieta, dopo le 21, di bere e mangiare fuori dai locali, quindi, penalizza oltremodo la nostra città". 

Calo del fatturato

Secondo i dati in possessodi Ascom, il settore dei pubblici esercizi quest’anno ha fatto registrare un calo del fatturato del 60% che "viste le nuove restrizioni, rischia di salire vertiginosamente causando danni enormi a tutti gli imprenditori. Danni che andranno anche a impattare sulla forza lavoro, in quanto con il blocco dei licenziamenti e senza nuovi aiuti, come la cassa integrazione, molti ristoratori si troveranno a dover far fronte a costi elevatissimi che potrebbero portarli alla chiusura".

"Questo provvedimento punisce tutti indiscriminatamente, quando invece la direzione da adottare dovrebbe essere quella di tutelare gli imprenditori virtuosi, che hanno continuato a lavorare"

La Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio Ascom Bologna chiede a gran voce misure tempestive di tutela per l’intero settore e regole che puntino a premiare chi rispetta le regole e lavora seguendo tutti i protocolli anti-contagio: "Questo provvedimento punisce tutti indiscriminatamente, quando invece la direzione da adottare dovrebbe essere quella di tutelare gli imprenditori virtuosi, che hanno continuato a lavorare rispettando le regole e salvaguardando posti di lavori – spiega Giacomo Berti Arnoaldi Veli, socio di Borgo Mameli –. La ristorazione è uno dei settori traino della nostra regione e mi augusto che il presidente Bonaccini intervenga per rivedere questa decisione delle chiusure anticipate".

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"Netta contrarietà" anche di Confesercenti. La chiusura alle 24 avrà durata - per adesso - di un mese: "Con questo provvedimento, peraltro scritto in maniera confusa da chi non conosce la normativa e il lavoro dei pubblici esercizi, si crea un danno enorme a un settore che ha già pagato un prezzo elevato alla pandemia" fa sapere Confesercenti "chiediamo che il Governo stanzi immediatamente nuove risorse per un contributo a fondo perduto a parziale compensazione della perdita di fatturato delle attività in questo mese di inutili limitazioni, che si sarebbero potute evitare con maggiori controlli sul territorio per sanzionare chi non rispetta le regole e i protocolli condivisi"

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