Dpcm, piazza 'occupata' e sit-in: Bologna si mobilita ancora
Dai ristoranti ai bar, dalle palestre, ai teatri: il Governo ha imposto restrizioni vs il contagio. Rinunce per chi fruisce dei servizi, sacrifici non solo morali, ma anche materiali per gestori ed esercenti. Oggi, come nei giorni scorsi, la città protesta vs le nuove regole anticovid
Oggi terzo giorno dal nuovo Dpcm Conte che ha di fatto imposto un mini lockdown, chiudendo ristoranti, pub e bar alle 18, nonchè stoppando varie attività - dai cinema, alle palestre, dai teatri, alle fiere - per cercare di evitare che il coronavirus, trovi terreno fertile (anche) durante le occasioni ricreative e di aggregazione. Insomma uno stand-by - per un mese- di tutto ciò che per il governo non è essenziale o comunque può essere evitato in virtù di rallentare l'avanzata del virus che è tornato a viaggiare veloce (qui l'ultimo bollettino), gravando sulla sanità pubblica, riempiendo nuovamente gli ospedali.
Se le rinunce per chi fruisce dei servizi possono essere castranti, per gestori ed esercenti delle realtà 'colpite' dal decreto impone sacrifici ancora più grossi. Non solo sul fronte morale, ma anche materiale. Si parla di consistenti introiti persi, nonché di investimenti pregressi che faticheranno a recuperare. Forse nonostante i ristori metti sul piatto. E' quello che da giorni denunciano le categorie di lavoratori e imprenditori dei settori interessati dalle restrizioni più stringenti.
Così oggi (anche) Bologna si mobilita. Lo fa su più fronti.
Nuovo Dpcm, Teatro Duse: "Lavoro vanificato, ora misure di sostegno straordinarie"
Dpcm, varie le manifestazioni di oggi a Bologna vs le misure anti-covid
Alle 11 un Incontro promosso da Confesercenti Bologna per chiedere l'apertura di un tavolo di crisi e misure a sostegno del settore della somministrazione di bevande e alimenti colpito dalle misure restrittive dell'ultimo Dpcm emanato dal Governo. Negli stessi minuti si animerà piazza Roosevelt, dove è stato indetto un sit-in da parte di una delegazione di gestori di pubblici esercizi associati a Fiepet-Confesercenti.
Pochi minuti dopo, alle 11.30, sarà la volta di piazza Maggiore. Dove avrà luogo l'iniziativa di occupazione simbolica della piazza "#Siamoaterra" promossa da Fipe-Confcommercio in concomitanza con altre città italiane per ricordare il valore economico e sociale del settore dei pubblici esercizi e chiedere adeguate misure di sostegno al settore colpito dalle nuove misure anti-Covid .
Mobilitazioni anche nei giorni scorsi: flash mob, proteste solidali e 'dissidenti'
Le mobilitazioni odierne si inseriscono nella scia delle iniziative già avviate all'idomani del nuovo decreto. Se in altre parti di Italia la protesta ha assunto tinte assai forti, fino a degenerare anche in episodi di violenza e rabbia esplosiva, la voce di dissenso di Bologna, benchè intrisa di sofferenza e irritazione, ha viaggiato su ben altri binari.
E' di ieri il flash mob voluto da Cna (foto in alto dalla manifestazione) per contestare l'ultimo Dcpm, gestori di palestre, tassisti, allestitori di fiere ed eventi e ristoratori si sono riuniti, davanti ai palazzi della regione, sotto lo slogan "Non spegnete le imprese". Lamentando - tra le altre cose - di aver sostenuto forti investimenti nei mesi scorsi per adeguarsi alle nuove norme anticovid e poi di vedersi invece costretti a serrate, totali o anticipate.
Bar, pub e ristoranti chiudono alle 18: "Un lockdown 'strisciante'. Meglio la chiusura totale"
Dalle iniziative di categoria, a quelle solitarie.
C'è chi fa rumore con un atto di generosità. E' il caso della star della pasticceria di dfama mondiale, Gino Fabbri, che ha deciso di solidalizzare con i colleghi lasciando chiuso anche a pranzo il suo locale di Granarolo. "Abbiamo scelto di chiudere in pausa pranzo per solidarietà e aiuto nei confronti dei colleghi ristoratori" -si legge in un messaggio social -"ci fa male dirlo perché questa decisione è una sconfitta ma per qualche settimana la pausa pranzo non si farà in pasticceria per favorire colleghi che vengono penalizzati dal nuovo decreto pur avendo spazi perfetti per farvi accomodare e rilassare in totale sicurezza e purtroppo per i nostri comportamenti non possono più farlo. Siamo chiamati ad aiutarci tra noi e a usare il buon senso... uscirne ora dipende da noi e dai nostri comportamenti, è ora di dimostrarlo".
Esercenti scrivono alle istituzioni: "Rabbia e scoramento"
All'ombra delle Due Torri c'è stato anche chi ha deciso di mostrare i muscoli, non piegandosi a quanto impone il decreto del 25 ottobre scorso. E' il caso del bistrot Bonaccorsi all'angolo tra viale Aldini e via Saragozza. Il titolare, Giorgio Perna, ha deciso di protestare tenendo su le saracinesche del locale oltre le 18. A fronte dei sacrifici sostenuti negli ultimi mesi questo nuovo stop per lui - come per altri colleghi - è stata una vera batosta. E Perna si chiede, polemico, il perché di certe misure e non di altre. Come ad esempio "perché non hanno chiuso anche i centri commerciali?".
Interrogativo tra i tanti, che in questi giorni serpeggiano tra artigiani e esercenti. E non solo. Difficili da sciogliere per certi versi, perchè difficile è trovare una quadra per tutti. Come difficile sarà spiegare come abbiamo fatto ad arrivare a certi livelli di guardia. Nuovamente. Memori di quanto accaduto con la prima ondata pandemica.