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Economia

Negozi al dettaglio e ristorazione, perdite fino a -34,7%. L'allarme dal settore: "Il 2021 sarà ancora peggio"

I numeri dell'indagine commissionata da Confesercenti Bologna confermano le perdite e la categoria si appella alle istituzioni e alla politica: "Devono sapere qual è la situazione e quanto contiamo sul piano sociale. I ristori vanno ben calibrati"

Una ricerca per raccogliere le voci delle imprese bolognesi e anche dei consumatori per capire quale sarà lo scenario alla fine della pandemia. Questo di fatto l'intento di Confesercenti Bologna, che con il supporto della Camera di Commercio ha commissionato l'indagine "Scenario Covid-19: impatti e prospettive su commercio al dettaglio e pubblici esercizi nella città di Bologna" realizzata da Nomisma e presentata questa mattina, proprio mentre sale l'attenzione sulle ipotesi di ulteriori restrizioni. E i numeri, purtroppo, parlano chiaro. 

Il 2021 peggio del 2020: "C'è chi non ha avuto neppure un euro"

"Stiamo vivendo tutti un momento di grande difficoltà - ha detto il direttore Confesercenti Bologna Loreno Rossi aprendo la presentazione dei risultati della ricerca - e abbiamo pensato potesse essere utile analizzare la situazione delle imprese come anche dei consumatori. Sulla base dei risultati stiamo già intraprendendo delle iniziative ad hoc. Le istituzioni però lo devono sapere che il 2021 sarà peggio del 2020 e per questo misure come ristorni, contributi, sconti e abolizioni di tasse saranno fondamentali. Ci chiediamo, guardando a paesi come la Germania, come facciano e la risposta è semplice: loro hanno contributi molto più alti. Da noi quanti sono gli ambulanti o altre categorie di commercianti escluse da tutto, a non aver ancora avuto un euro?". Tanti, anzi troppi la risposta che lascia intendere Rossi: "E noi lo sappiamo visto che ci chiedono aiuto". 

Il futuro: "Usciremo senz'altro diversi da questa pandemia"

Il futuro sia per le attività di commercio al dettaglio che per i pubblici esercizi sarà fatto anche di digitalizzazione e di consegne e domicilio (oltre che di vicinanza al cliente) questo è un dato sicuro: "Ma se le condizioni fra noi piccoli e quei colossi che hanno sede fiscale laddove fa più comodo non sono alla pari, che mercato è? Questo aspetto però è compito della politica e resta per la nostra categoria un nodo centrale" continua il direttore. E a proposito di ecommerce e delivery, nei piani e negli investimenti di Confcommercio già dal nuovo anno c'è anche un sistema di formazione per introdurre le strategie social e insegnare a chi non li conosce questi preziosi strumenti. 

"I numeri della ricerca confermano le perdite percepite. E questo ci fa effetto"

"Fa effetto vedere come i numeri confermino la grossa perdita che ognuno di noi ha registrato in questi mesi - il commento di Massimo Zucchini, presidente di Confesercenti Bologna - i tempi sono lunghi e ci dobbiamo abituare, ma ci dobbiamo anche attrezzare in base a quello che sarà il contributo 'ristori' che non deve essere a pioggia, ma ben calibrato. Ci saranno tantissime richieste di accesso al credito e anche se andiamo a indebitarci è importante avere questa possibilità. Direi che si è ben compreso in questo ultimo anno l'importanza sociale del commercio di vicinato e usciremo senz'altro diversi da questa pandemia".  

calo fatturato 2-2

A commentare i risultati della ricerca Roberta Gabrielli di Nomisma: "In generale lo scenario, sia per il commercio al dettaglio che per gli esercizi pubblici (i numeri delle perdite secondo i dati raccolti per i primi 9 mesi del 2020 sono -11,3% per il commercio al dettaglio e -34,7% per la ristorazione), prevede certamente degli strumenti nuovi come i social, che rientrano nel processo di digitalizzazione. Resta il valore della vendita esperienziale e la vicinanza al cliente, che può avvenire anche attraverso strumenti e applicazioni come Whatsapp. Una nota positiva è che abbiamo riscontrato resilienza e un maggiore controllo della contabilità".  

Confesercenti: la ricerca Nomisma

Effetti sul Fatturato-2

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