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Economia

Export: l'Emilia-Romagna terza in Italia, +4,4% nel 2015

Le esportazioni regionali dell'Emilia-Romagna hanno raggiunto i 55.322 milioni di euro, con un aumento del 4,4%, contro il +3,8 della media nazionale. Calano le vendite sul mercato cinese, accelera quello indiano

Nel 2015 le esportazioni regionali dell’Emilia-Romagna hanno raggiunto i 55.322 milioni di euro, con un aumento del 4,4 per cento, mentre quelle italiane hanno avuto un incremento più contenuto (+3,8 per cento). E’ quanto attestano i dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane, analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna. 

Emilia-Romagna terza regione per quota dell’export nazionale (13,4 per cento), preceduta dalla Lombardia (26,9 per cento) e dal Veneto (13,9 per cento) e seguita dal Piemonte (11,1 per cento). Considerando i risultati di queste regioni, spicca il notevole incremento in Piemonte (+7,0 per cento) e la buona crescita in Veneto (+5,3 per cento), mentre è stata molto più contenuta la dinamica in Lombardia (+1,5 per cento).

Bene le apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura, seguite dai mezzi di trasporto. Più incerto l’andamento di macchinari e apparecchiature, metallurgia e industrie della moda. Crescita forte negli Stati Uniti e buona in Spagna e Regno Unito, nella media nell’Unione europea, stante la stasi in Germania e Francia. I mercati dell’Asia non tirano, frenati dalla Cina.

Tutti i macro settori considerati hanno registrato un aumento delle vendite all’estero, anche se i risultati non sono omogenei e mostrano segni di difficoltà. In positivo, le apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura registrano la crescita più forte (+10,3 per cento), seguite dai mezzi di trasporto (+7,9 per cento), grazie ad una eccezionale prima metà dell’anno. Vanno bene gli alimentari e le bevande, l’industria della ceramica e del vetro e le industrie chimiche, farmaceutiche, della gomma e materie plastiche. Ma l’importante industria dei macchinari e delle apparecchiature non ottiene più di un aumento del 2,4 per cento, la metallurgia non aumenta di più dell’1,7 per cento e le industrie della moda si limitano a difendere i livelli raggiunti (+0,6 per cento).

A fare da traino il successo negli Stati Uniti (+19,3 per cento), che ha sostenuto l’impennata sui mercati americani (+13,7 per cento), nonostante la caduta dell’export verso il Brasile (-18,0 per cento). Rallenta la crescita, ma le vendite nell’Unione europea salgono del 4,3 per cento, trainate dai risultati colti sui mercati in espansione come Spagna (+11,9 per cento), Regno Unito (+11,5 per cento) e Polonia (+8,1 per cento), nonostante la stasi sui mercati principali dell’euro area, Germania e Francia (+0,2 e +0,5 per cento). Fuori dall’Unione crollano le vendite in Russia (-29,1 per cento), ma salgono verso la Turchia (+9,9 per cento). Le esportazioni verso l’Asia non vanno oltre un +1,9 per cento, frenate dal rallentamento economico della Cina. Calano le vendite sul mercato cinese del -5,8 per cento, mentre è forte l’accelerazione su quello indiano (+19,9 per cento).

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