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Economia

Faac, l'azienda propone way-out: 'In gioco non solo il destino dell’eredità'

Apporre un vincolo giuridico al trasferimento delle azioni, tale da rendere impossibile la cessione delle stesse, sino a quando verrà definito il giudizio di merito. Così chide la multinazionale per salvaguardare il destino dell'attività

Nel corso dell'udienza odierna, i legali della Faac, per proteggere l'azienda dalle conseguenze del sequestro giudiziario del pacchetto azionario di maggioranza - che grava da oltre 12 mesi sulla multinazionale bolognese, nonostante la perizia del Ris che ha attestato l’autenticità dei tre testamenti (1 ottobre 2013) e il pronunciamento della Corte d’Appello che ha dichiarato inefficace il sequestro (15 novembre) -  hanno proposto alle parti e al Tribunale una way out: apporre un vincolo giuridico al trasferimento delle azioni, tale da rendere impossibile la cessione delle stesse, sino a quando verrà definito il giudizio di merito.
Indicate due soluzioni per attuare tale vincolo: l'intestazione delle azioni a un fiduciario incaricato congiuntamente con il Tribunale (mantenendo il diritto di voto in capo all’Arcidiocesi) o, in alternativa, l’introduzione di una modifica statutaria.

"In entrambi i casi - scrive in una nota Faac - l'impossibilità tecnica di trasferire le azioni farebbe venir meno i presupposti necessari per la concessione del provvedimento di sequestro. Al contempo, consentirebbe alla Faac di ritornare alla piena funzionalità, mettendo fine a una situazione che ha già avuto ed avrebbe pesanti ricadute sull'attività aziendale".

"In gioco non c’è più solo il destino dell’eredità - ha dichiarato l’avv. Bruno Gattai - ma quello di un’azienda. E la Faac non può più attendere".

L’Arcidiocesi ha aderito alla proposta, a cui si è associato anche l’azionista di minoranza, l’azienda francese Somfy. Il giudice Maria Fiammetta Squarzoni, Prima Sezione del Tribunale Civile di Bologna, si è riservato.

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