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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Subentrò alla Faac di Bergamo: ora chiude e licenzia i dipendenti

L'operazione di cessione dello stabilimento Faac alla "Motori Grassobbio" dello stabilimento in provincia di Bergamo non è andata a buon fine: qualche giorno fa l'annuncio della messa in liquidazione dell’azienda

L'operazione di cessione dello stabilimento Faac alla "Motori Grassobbio" dello stabilimento in provincia di Bergamo non è andata a buon fine: qualche giorno fa l'annuncio della messa in liquidazione dell’azienda, l’imminente cessazione dell’attività e quindi il licenziamento di tutti i lavoratori.  

Nell'autunno 2015, la multinazionale di Zola Predosa aveva annunciato lo smantellamento della filiale, che contava 42 dipendenti, così erano iniziate le mobilitazioni che aveva portato sotto la sede della Curia bolognese, proprietaria di Faac, il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. A ottobre era arrivata quella che sembrata una schiarita con l'acquisizione da parte della "Motori Grassobbio". 

Dei 42, solo 12 lavoratori erano rimasti in forze, gli altri avevano scelto l'esodo o la cassa integrazione, poi è arrivata la "mazzata" e sono iniziati gli scioperi.

Da quanto si apprende, lavoratori starebbero ancora attendendo il pagamento del saldo dello stipendio di novembre, gli interi importi di quelli di dicembre e gennaio oltre che la tredicesima mensilità. Per lunedì è previsto un nuovo incontro con l’azienda per discutere proprio i dettagli di un piano di rientro delle spettanze dovute ai lavoratori.

"Sono salvi i 42 lavoratori della FAAC di Grassobbio" aveva postato il leader del Carroccio, all'indomani dell'accoro "secondo voi, se la Lega (insieme a dei lavoratori coraggiosi) non avesse più volte manifestato, sia a Bergamo che a Bologna, si sarebbe mosso qualcosa? SONO FELICE, ogni tanto il lavoro paga! Un abbraccio a quelle 42 famiglie e ai loro bambini". 

Matteo Salvini a Bologna con i dipendenti Faac licenziati

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