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Economia

Faac, l’AD: 'Il custode vuole la gestione aziendale. Giudice chiarisca'

Dai legali dell'azienda la proposta di uno strumento alternativo alla custodia, valutate di scarso interesse dal custode. Ieri nuova udienza in Tribunale sul sequestro dell'eredità Manini, comprendente anche il 66% del pacchetto azionario Faac

Nuovo capitolo dell'interminabile lotta per l'assegnazione dell'eredità Faac. <>: così Andrea Marcellan, amministratore delegato dell’azienda, commentando le dichiarazioni rese dal prof. Paolo Bastia, custode nominato dal Tribunale, nel corso dell’udienza relativa al sequestro dell’eredità Manini (comprendente anche il 66% del pacchetto azionario della Faac), che si è svolta ieri presso la Prima Sezione del Tribunale Civile di Bologna.
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I legali dell’azienda, in udienza, hanno portato avanti la proposta di uno strumento alternativo alla custodia, da realizzare mediante modifica statutaria, con l’introduzione di un vincolo giuridico alla trasferibilità delle azioni e il congelamento dei dividendi, da mantenere fino alla conclusione della causa di merito che stabilirà chi sarà il legittimo azionista di maggioranza. Una soluzione che volta a tutelare ugualmente le parti, senza arrecare ulteriori danni all’azienda, e ed evitare i costi della custodia, che si preannunciano particolarmente gravosi.
Ma il custode, come si legge nel verbale dell’udienza, ha valutato di scarso interesse le proposte, dichiarando, tra le altre cose, l’importanza di “un dinamico e puntuale controllo, operazione per operazione, atto per atto, ciascuno sottoposto ad autorizzazione del giudice”.
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Il sequestro, che si protrae ormai da un anno, non è privo di conseguenze per l’azienda: obiettivi di crescita ridimensionati e una pesante cappa di instabilità e incertezza.
A causa dell’allungamento dei tempi di reazione legati alla custodia - si legge negli atti presentati dall’azienda - è andata in fumo nei primi mesi del 2012 un’operazione di acquisizione del valore di 70 milioni di euro di fatturato e 15 di ebitda, insieme all’introduzione di una nuova tecnologia: un progetto elaborato con lo stesso Michelangelo Manini, a cui l’azienda stava lavorando da tre anni.
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La Faac è raddoppiata negli ultimi 4 anni: dai 158,6 milioni di euro di ricavi netti del 2009 ha raggiunto i 283,5 milioni nel 2012, con un margine operativo lordo passato da 32,5 a 49,6 milioni. <>.

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