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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Fallisce e apre nuova società intestata alla colf: imprenditore nei guai

Così per sfuggire ai creditori. Imprenditore nei guai, con altre 8 persone, tra cui anche un finto avvocato: risponderanno di bancarotta fraudolenta, fatture per operazioni inesistenti, impiego di denaro di provenienza illecita. Maxi sequestro da 1 milione di euro

La sua azienda metalmeccanica fallisce,  sistemi produttivi, tecnici e know-how vengono riutilizzati in una nuova società che l'imprenditore, bolognese intesta fittiziamente alla sua colf, al fine di sfuggire ai creditori. Stanato dalla Guardia di Finanza è finito nei guai, insieme ad altre 8 persone. 

Per tutti i coinvolti è stato notificato l'avviso di chiusura indagini: rispondono, a vario titolo, per reati di bancarotta fraudolenta, omesso versamento di ritenute certificate, emissione di fatture per operazioni inesistenti, impiego di denaro di provenienza illecita e abusivo esercizio di una professione.
E' stata anche data completa esecuzione al provvedimento di sequestro di beni immobili, quote societarie e conti correnti - per circa 1 milione di euro - intestati ai due principali indagati.

L'INDAGINE. Si tratta della conclusione dell’indagine, avviata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna sul finire dello scorso anno, che ha riguardato il fallimento di una impresa felsinea, gestita e amministrata a ristrettissima base familiare e già operativa nel settore meccanico, in relazione al quale - dice la GDF - è stato possibile documentare la distrazione di sistemi produttivi, tecnici e know-how a favore di una nuova società che l’imprenditore fallito aveva intestato alla propria collaboratrice domestica.

L’attività investigativa delle Fiamme Gialle ha permesso, inoltre, di individuare e documentare anche l’inesistenza di un’operazione commerciale, di oltre 100 mila euro, realizzata tra la società fallita e un’azienda dell’imolese, eseguita a cavallo della dichiarazione di fallimento adottata dal Tribunale di Bologna nel corso del 2015, riuscendo a provarne la reale finalità, ovvero quella di trasferire all’estero, a favore di una società portoghese, riconducibile all’imprenditore fallito, una parte delle somme pagate a fronte delle false fatturazioni.

Così l’imprenditore e altri 3 soggetti sono stati indagati anche per il delitto di impiego di denaro di provenienza illecita, mentre l’imprenditore imolese è stato denunciato altresì per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Inoltre, sulla base delle risultanze investigative, l’Autorità giudiziaria ha contestato ad un soggetto già indagato in concorso per i reati fallimentari, l’abusivo esercizio della professione legale, per averla svolta, senza averne titolo, peraltro, qualificandosi come tale verso terzi, perfino nei confronti del curatore fallimentare.
 

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