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Economia Fiera / Viale della Fiera

Fiera: il Cda si dimette, Campagnoli no

"Non mi sono dimesso per rispetto dello statuto che così prevede e per rispetto della decisione dei pubblici"

Si dimette in massa il cda della Fiera di Bologna. Non lo ha fatto, a dispetto delle attese, il presidente Duccio Campagnoli. Si chiude un'epoca per la Fiera, anche se ampagnoli resterà alla guida della società per la gestione ordinaria fino all'assemblea del 25 marzo, quando sarà nominato il nuovo cda che resterà in carica per i prossimi tre anni. "Dal 2016 al 2019. Spero che per la fine del nuovo mandato sia pronto il nuovo quartiere", auspica Campagnoli, la cui preoccupazione più grande è che il progetto di restyling dell'expo possa essere riveduto al ribasso.

In verità erano attese le sue dimissioni, dopo l'accelerazione impressa dai voci pubblici alla querelle sulla sua presidenza con la richiesta di un passo indietro e l'indicazione del nuovo presidente, Franco Boni, ex numero uno della Fiera di Parma. Invece, le dimissioni le hanno presentate i consiglieri d'amministrazione facendo decadere l'organismo. "Non mi sono dimesso per rispetto dello statuto che così prevede e per rispetto della decisione dei pubblici che devono presentare le loro decisioni all'assemblea", ha spiegato Campagnoli. Che a chi gli chiede quanto la prossima scadenza elettorale (a giugno ci saranno le comunali a Bologna) abbia pesato sulla conclusione della vicenda, risponde: "Credo che conti". Eppure, al sindaco Virginio Merola Campagnoli augura che il voto "possa dargli ancora più forza nel realizzare il progetto della città metropolitana". Un progetto di cui la Fiera è un asse portante.

Per questo l'ex assessore regionale teme che il piano di restyling, l'eredità che consegna al prossimo cda, possa essere ridimensionato. "Sarebbe un grave errore- avverte- anche perchè non c'è sistema fieristico regionale senza il nuovo grande polo fieristico internazionale di Bologna. Lo dico senza polemica". Insomma, Merola dia corso alle decisioni prese e alle promesse fatte ad Unacoma. Anche perchè le risorse per iniziare ci sono: oltre ai 10 milioni messi sul piatto da Regione e Comune, potrebbero arrivare altri 8,5 milioni dall'accordo proposto alla Fiera dai legali di Lineapelle per la cessione della partecipazione (il 47%) della quota della società in mano a via Michelino. Per il resto Campagnoli rivendica di aver lasciato l'azienda in buone condizioni: il budget 2016 prevede un utile tra i 2,5 e i 3 milioni di euro. "In questi cinque anni ho dato alla Fiera tutto quelli che potevo. Ho interpretato questo lavoro come servizio pubblico. Se uno arriva in questa situazione, però, vuol dire che sicuramente ha commesso degli errori, non quelli di non collaborare con il direttore generale", rivendica Campagnoli.

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