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Economia Trebbo di Reno

Fallimento Gazzotti, gli ex lavoratori comprano l'azienda all'asta

La Gazzotti produceva parquet a Trebbo di Reno. Ora una cooperativa di 18 persone prova a rialzare le sorti della fabbrica

Gazzotti parquet (dunque) riparte: dopo l'asta che corona il sogno di 18 ex dipendenti che hanno deciso di ri-mettersi in gioco come imprenditori, aggudicandosi all'asta la proprietà del marchio e degli impianti produttivi di Trebbo di Reno della Bopar (già Gazzotti), in fallimento, lunedi' prossimo, con atto formale notarile, verrà perfezionato il trasferimento di azienda. Ma soprattutto da inizio novembre lo stabilimento riprendera' a pieno ritmo la produzione di parquet e riapriranno gli uffici, il magazzino e la sala mostra. Alessandra Boschi, responsabile amministrativa, spiega: "Dopo 15 anni in Gazzotti, non potevo accettare l'idea che tutti gli sforzi fatti andassero perduti e cosi' ho deciso di aderire alla Cooperativa".

Le fa eco Claudio Angeli, responsabile operativo, per il quale "il motore e il collante del gruppo sara' proprio il nostro attaccamento alla maglia". Giovanni Alberoni, responsabile di produzione, si dice "orgoglioso di essere tra i continuatori di una attivita' secolare e onorato di intraprendere questa nuova fase insieme ai miei colleghi, ora miei soci"

La svolta di oggi "è una buona notizia, un segnale positivo per il futuro dal punto di vista occupazionale per quei lavoratori oggi ancora in forza e magari per altri se un domani si verranno a creare le condizioni favorevoli per incrementare l'occupazione", dice Paolo Mancini, segretario della Fillea Cgil di Bologna. Il sindacato sottolinea come la 'rinascita' sia stata "possibile innanzitutto grazie a quei lavoratori che hanno scommesso sulle loro competenze, professionalita', ed investendo risorse per partecipare all'asta e poter rilevare l'azienda; al curatore fallimentare ed al tribunale di Bologna che hanno mantenuto la operatività dell'azienda fallita attraverso l'esercizio provvisorio; a Legagoop Bologna che ha aiutato i lavoratori nel percorso; alla Citta' Metropolitana di Bologna che ha seguito tutta la fase di crisi dell'azienda". E così si è scritto un lieto fine ad una "vicenda che rischiava di terminare con la perdita di una importante e storica realtà produttiva del territorio", conclude Mancini. (AGENZIA Dire)

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