rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Anti-spreco, il cibo "meno bello" dal supermercato alle cucine delle strutture caritative

Il 5 febbraio è la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare: report 2022 di Waste Watcher ci dice che siamo un pochino migliorati, ma non basta. Si buttano più alimenti in casa che nella gdo e nella ristorazione

Sprechiamo tanto, troppo. Un po' meno dello scorso anno (circa il 12%), ma comunque 75 grammi di cibo al giorno e oltre 27 chili l'anno, soprattutto frutta e pane, insalata, aglio e cipolle. Nonostante l'inflazione e tutti gli aumenti dei prezzi che si sono fatti sentire pesantemente nell'ultimo anno, fra carrello della spesa ed energia. Lo spreco, fra l'altro avviene soprattutto in ambito domestico. Oggi, 5 febbraio è la decima Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare e il report 2022 di Waste Watcher ci fornisce una fotografia delle nostre abitudini per iniziativa di una campagna di Last Minute Market e dell’Università di Bologna, monitorata da Ipsos. 

Spreco alimentare: arriva un app ad hoc, lo "Sprecometro"

Recupero delle eccedenze e solidarietà: recuperate quasi 300 tonnellate di cibo

Cosa ci dicono i dati dell'anno appena passato, il 2022? Che siamo un po' migliorati rispetto al 2021 ma che buttiamo via in media 524,1 grammi pro capite a settimana, ovvero circa 75 grammi di cibo al giorno e 27,253 kg annui di alimenti. Un dato che si accentua a sud (+8% di spreco rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+38% rispetto alla media italiana). Vale complessivamente 6,48 miliardi di euro lo spreco del cibo nelle nostre case. Una cifra che aumenta se teniamo conto anche del valore energetico del cibo sprecato: relativamente al 2022 vale 5,151 miliardi di euro. E porta il costo economico complessivo dello spreco alimentare domestico italiano a 11,63 miliardi di euro.

Dagli scaffali del supermercato alle "Cucine Popolari" di Civibo

Un esempio virtuoso e ormai longevo a Bologna lo dà l'impegno di un'insegna della grande distribuzione gestita dalla concessionaria Aspiag Service che negli ultimi dodici mesi in Emilia Romagna ha raccolto 253,5 tonnellate di prodotti alimentari in eccedenza nei diversi punti vendita e rimessi virtuosamente in circolo, che hanno consentito la preparazione di oltre 560 mila pasti destinati ai più bisognosi. In particolare, dai punti vendita felsinei, questa merce in eccedenza (spesso solo con il packaging rovinato) viene lavorata o distribuita per esempio agli utenti di Cucine Popolari, gestita dall'associazione di volontariato Civibo. Come funziona la catena? Gli addetti del punto vendita radunano la merce che non si può vendere, prepara delle cassette scansionando ogni singolo prodotto che vengono ritirate dai volontari settimanalmente. I cibi recuperati vengono portati presso le sedi delle associazioni e lì vengono gestite: cucinate, preparate o consegnate così come sono alle persone che ne hanno bisogno. 

Anti-spreco: recupero delle eccedenze alimentari

Dove si spreca di più? Nelle nostre case, nonostante i rincari 

Oggi lo spreco alimentare in Italia vale oltre 9,2 miliardi solo per il cibo gettato nelle case: una stima che sale a 15 miliardi se includiamo il costo dell’energia utilizzata per la produzione del cibo. Eppure, sempre in Italia, oltre 2,6 milioni di persone faticano a nutrirsi regolarmente a causa dell’aumento dei prezzi e dei rincari delle bollette e 5,6 milioni di individui (il 9,4% della popolazione) versano in condizione di povertà. Per questo, a livello globale ma anche locale, diventa essenziale mettere al centro dell’azione politica la food policy come strategia sociale, economica e di sviluppo sostenibile. 

Nuove abitudini famiglie

La classifica degli alimenti che si sprecano di più: in cima frutta e pane 

L’indagine 2022 Waste Watcher spiega che nella hit degli alimenti più spesso sprecati svetta la frutta fresca (24 grammi settimanali), quotidianamente quindi gettiamo circa 3,4 grammi di frutta al giorno e 2,3 di pane: in un anno poco più e poco meno di 1 kg pro capite. nella hit anche insalata, verdure, aglio e cipolle. D’altra parte, rispetto a due anni fa e a parità di budget destinato alla spesa alimentare, quasi 1 italiano su 3 presta attenzione alla riduzione del consumo di carne (26%), e 4 italiani su 10 quando fanno la spesa ragionano sulla base di promozioni e offerte, ma anche sulla base della sostenibilità di produzione e consumo del cibo (27%). Ci si lascia fidelizzare più dal brand di prodotto delle location di acquisto (il 23% sceglie prodotti marchiati dalla distribuzione in cui fanno la spesa), che non dalle grandi marche, in calo del 10% nell’interesse dei consumatori. Stabile la soglia di acquisto online, piccolo aumento per il biologico (+ 14%), così come per gli acquisti nei negozi rionali (+14%). Su cosa si risparmia, dunque? Un italiano su 2 (47%) ha ridotto le spese per lo svago, e cerca di tagliare sui costi della bolletta di energia elettrica (46%) e gas (39%), ma anche sull’abbigliamento (42%). Il 18% dichiara di tagliare sulla spesa, l’extrema ratio riguarda i tagli alle cure personali (17%) e alla salute (11%). Ma 9 italiani su 10 mettono al top della loro attenzione, nell’acquisto del cibo, il fattore salute (89%) l’aspetto legato a una produzione km 0 (85%) e all’impatto ambientale della produzione (78%).

Cosa si spreca

La 10^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare

La 10^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare è proiettata verso il traguardo sempre più vicino degli Obiettivi di sostenibilità fissati dall’Agenda delle Nazioni Unite. Sarà quindi focalizzata sulla prevenzione dello spreco alimentare a vari livelli – da quello domestico, che incide per oltre il 50% sulla filiera dello spreco nazionale e internazionale – alle perdite in campo, alla dispersione alimentare negli step che precedono l’acquisto, la gestione e il consumo del cibo nelle case. Sarà un’edizione per sensibilizzare su vasto raggio la società, dalle istituzioni alle aziende, dalle scuole ai cittadini, sulle strette implicazioni fra spreco alimentare e impatto ambientale. Sarà, soprattutto, l’occasione per appropriarsi degli Obiettivi dell’Agenda 2030, e capire come inserirli ciascuno nel proprio quotidiano, attraverso azioni e comportamenti concreti. La Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare venne celebrata per la prima volta in Italia il 5 febbraio 2014. La giornata è stata ideata e istituita dalla Campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero con l'Università di Bologna - Distal con il Ministero dell'Ambiente, per iniziativa del coordinatore PINPAS Andrea Segrè. Nel 2004 furono convocati gli "Stati generali" della filiera agroalimentare italiana. PINPAS, promosso da Ministero dell'ambiente, è il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare per sensibilizzare i cittadini sul tema dello spreco alimentare.

Verso il target dell'Agenda 2030: lo spreco va dimezzato in 7 anni 

"Una collaborazione che qui a Bologna va avanti da oltre dieci anni grazie a un progetto strutturato che ha l’obiettivo di prevenire i rifiuti alimentari e sostenere gli enti del territorio che si occupano di assistere persone fragili. – spiega Matteo Guidi, Amministratore Delegato di Last Minute Market – Quest’importantissima iniziativa, attiva su tutta la rete di vendita, contribuisce concretamente al raggiungimento degli obiettivi proposti dall’Agenda2030 dell’ONU, in particolare il target 12.3 dedicato allo spreco alimentare, che chiede di dimezzare entro il 2030 lo spreco alimentare nelle fasi di consumo e vendita al dettaglio. Siamo quindi molto orgogliosi di presentare oggi gli importanti risultati di questa partnership con Despar”.  Si tratta di 253,5 tonnellate di prodotti alimentari in eccedenza raccolti nei diversi punti vendita a gestione diretta dell’Emilia-Romagna e rimessi virtuosamente in circolo, che hanno consentito la preparazione di oltre 560 mila pasti destinati ai più bisognosi.

Bankitalia dona a Cucine Popolari 50 mila euro 

“In Emilia-Romagna, i numeri della lotta allo spreco alimentare continuano a progredire – ha commentato Alessandro Urban, Direttore Regionale Aspiag Service Despar per l’Emilia-Romagna – grazie al proficuo rapporto con Last Minute Market e all’importante tessuto di volontariato sociale della nostra regione. Grazie a questo progetto di cessione merce, che la nostra azienda porta avanti ormai da oltre vent’anni, abbiamo potuto aiutare concretamente sia le persone più bisognose che il nostro pianeta, riducendo ulteriormente le emissioni di CO2 equivalente rispetto all’anno precedente, contribuendo così ad uno sviluppo del nostro territorio maggiormente sostenibile". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Anti-spreco, il cibo "meno bello" dal supermercato alle cucine delle strutture caritative

BolognaToday è in caricamento