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Agenzie ferme e merce bloccata in magazzino. E' l'effetto guerra sul pronto moda | VIDEO

Ripercussioni tangibili già dalla prima ora per chi punta sull'export. Il presente non è roseo e nel futuro inizia a essere duro sperare. Le testimonianze di imprenditori e addetti ai lavori del CenterGross

Viktoriya Lupenko, Matteo Maselli, Federico Ballandi e Riccardo Calzolari sono quattro dei migliaia di imprenditori che lavorano per Centergross.

In totale sono 700 le realtà presenti all’interno del Centergross, per un fatturato aggregato di circa 5 miliardi e 6mila lavoratori al netto dell’indotto, il 70% opera nel settore fashion e fin dalla caduta dell’Unione Sovietica la Russia rappresenta il 30% dell'export. Un giro d’affari che sfiora il miliardo all’anno.

La prima dei quattro, Lupenko, dal 2011 è titolare di una delle diverse agenzie che per Centergross si occupano del mercato dell'est. Aiutando i clienti – soprattutto in Russia e Ucraina – ad acquistare online la merce made in Italy per il loro negozio.

"Siamo completamente fermi, non so quanto tempo ci vorrà ancora – racconta ai nostri microfoni – siamo un po' scettici perché il futuro è ignoto e al momento non possiamo lavorare. Anche i miei collaboratori sono in panico perché hanno paura di perdere il lavoro, ognuno ha una famiglia e intanto speriamo che presto la situazione si sblocchi".

Marylay: "Merce bloccata nonostante gli acconti"

"Tutti i nostri clienti che avevano fatto ordini durante il periodo prevendita – spiega Matteo Maselli di Marylay – hanno deciso di non ritirare la merce nonostante ci fossero depositi di acconto. La problematica riguarda l'inflazione del rublo perché per loro adesso significa pagare il doppio la merce rispetto a prima. Parliamo di un 30% del fatturato, ovvvero centinaia di migliaia di euro. Penso che ci sia bisogno di aiuti perché il Centergross è un'eccellenza del made in Italy che fa brand a sé".

Kontatto: "È durissima, ci stavamo appena riprendendo dalla crisi Covid"

"Con la crisi russa-ucraina si è fermato un segmento di lavoro molto importante per noi. Avevamo un rapporto quotidiano con le agenzie – dice Federico Ballandi, ad di Kontatto – quindi la situazione al momento è disastrosa. Un periodo di crisi ulteriore che si aggiunge a quello della pandemia, trovandoci di dronte ad un'ennesima contrazione del mercato. È durissima perché un imprenditore deve trasmettere positività a tutti, ai collaboratori, ai clienti. Abbiamo sospeso le sfilate in programma. Con che spirito si fanno alcune manifestazioni adesso? Eppure sono parte del nostro lavoro".

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