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Economia

Caso Ilip Valsamoggia, 80 facchini licenziati: "Fuori se rivendicano diritti"

Incontro in Prefettura e impegno a definire un piano di ricollocamento, ma il sindacato ritiene le scelte aziendali un pericoloso precedente che "si rischia di innescare sul territorio emiliano e non solo" e convoca il presidio

"E' stato affrontato il tema della ricollocazione degli operai che restano impiegati in Cfp, nonostante la cessazione della commessa Ilip". Lo rende noto la Prefettura di Bologna dopo l'incontro sull'azienda Ilip di Valsamoggia, alla presenza dei delegati Si Cobas e della Cfp, a seguito della risoluzione del contratto di appalto tra le due società per la fornitura di servizi di facchinaggio all’interno del magazzino, mettendo di fatto a rischio 80 lavoratori. 

La cooperativa si è impegnata a "definire un piano di ricollocamento di tutti gli operai, già impiegati in Ilip, in altri cantieri in appalto entro il termine di questa settimana" e Palazzo Caprara in una nota fa sapere che si tratta di "importante risultato, in grado di consentire la salvaguardia dei livelli occupazionali".

Non è dello stesso parere il sindacato Si Cobas che il 10 agosto alle 11 ha convocato un presidio con conferenza stampa davanti a Palazzo D'Accursio, che segue i numerosi picchetti davanti all magazzino dell'azienda. 

"Nessun confronto con i sindacati"

"Ricordiamo che la vertenza da cui è nata questa crisi sociale riguardava la semplice richiesta di corretta applicazione del CCNL negli appalti, in un settore, quello logistico, che vive proprio sulla compressione di salari e diritti", sottolinea il sindacato. 

ILIP non ha partecipato all'incontro "impedendo di fatto di delinearsi di qualsivoglia risoluzione della problematica e rifiutando anche il minimo confronto. Non ritenendosi parte coinvolta nella vertenza, ILIP faceva pervenire una nota attraverso la quale informava i presenti al tavolo prefettizio che avrebbe proceduto all’internalizzazione delle attività ma non dei lavoratori seppur presenti da anni negli appalti ILIP" scrive Si Cobas in un comunicato. 

Dopo la rescissione del contratto con Cfp "ILIP si premurava di programmare nuovi colloqui (per personale flessibile e precario ) prevedendo nuove assunzioni in sostituzione dei vecchi lavoratori sindacalizzati e coinvolti in una vertenza che, giova ricordarlo iniziava con la semplice richiesta di applicazione del CCNL di riferimento senza deroghe (ad esempio quella del mancato pagamento della malattia)". 
La cooperativa CFP avrebbe preso l'impegno di cercare una ricollocazione straordinaria dei lavoratori "pur non potendo sul momento garantire evidentemente alcuna certezza. Da qualsiasi punto di vista si voglia leggere questa vertenza non si può non prendere nota del pericoloso precedente che la decisione di ILIP rischia di innescare sul territorio emiliano e non solo". 

Quindi secondo il sindacato di base, Ilip avrebbe messo alla porta persone anche con anzianità superiore ai 15 anni, revocando l'appalto "in maniera unilaterale e improvvisa e senza alcun confronto con i sindacati non preoccupandosi delle ricadute occupazionali delle proprie scelte. ILIP infatti trattandosi di attività in appalto non ha ritenuto necessario presentare alcun piano industriale al riguardo. ILIP non si è preoccupata nemmeno di motivare la propria scelta in relazione a qualche presunta crisi economica o quantomeno di chiarire un qualche piano di ristrutturazione sull’automazione che ha in programma".

Si Cobas fa notare che Ilip non è in crisi, ma "in crescita ed espansione e la sua posizione in termini di fatturato spicca nell’elenco delle aziende protagoniste in Italia nella produzione di materie plastiche per imballaggi. Produzione di packaging (confezionamento dei più svariati prodotti in vendita ) sensibilmente accresciuta dall’emergenza sanitaria".

Quindi l'azienda "internalizza le attività produttive ma esclude i lavoratori e lo fa, come chiarito in una nota stampa supportata da Confindustria, evidenziando il nesso della sua decisione con la vertenza in atto quindi in relazione alla richiesta di maggiori diritti dei lavoratori in appalto. Si tratta di un precedente estremamente pericoloso, che se avallato rischia di diventare la normalità paradossalmente proprio nella città ove le istituzioni si sono dette impegnate nella costruzione di una Logistica Etica”

"Lavoratori fuori se chiedono maggiori diritti"

In definitiva il sindacato ritiene che "il comportamento di ILIP metta in luce l’utilizzo di una nuova, terribile arma in mano a una classe industriale predatoria e senza scrupoli, che intende eliminare ogni responsabilità per se stessa e che profittando della logica degli appalti intenda non più solo limitarsi a pagar meno i lavoratori ma ora anche buttarli fuori quando osino rivendicare maggiori diritti" e chiedono di conoscere "quali siano gli impegni che la città intende prendere di fronte a questo nuovo scenario drammaticamente preoccupante per i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie". "Purtroppo - aggiungono - siamo costretti a segnalare anche l’assordante silenzio dei sindacati confederali, pur presenti all'interno dello stabilimento". 

(Foto Picchetti alla Ilip)

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