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Economia

Imprese nella Città metropolitana: crescita maggiore in Appennino

Quante sono, in quale settore operano. Dopo due anni di pandemia, ecco la fotografia del territorio

Quante sono le imprese nella Città metropolitana? In quale settore operano e quali sono le zone con maggiore crescita? A tutte queste domande risponde lo studio elaborato dal Servizio Studi e Statistica della Città metropolitana di Bologna e dall'Ufficio di Statistica del Comune di Bologna sulla base dei dati forniti dalla Camera di Commercio di Bologna.

Città metropolitana

Nonostante la pandemia, al 31 dicembre 2021 sono 95.335 le imprese registrate nel territorio metropolitano, di cui 84.333 risultano attive. Sono 728 le imprese attive in più rispetto al 2020 (+0,9%). Nel 2021 il bilancio tra imprese iscritte e cancellate è positivo: a fronte di 5.275 iscrizioni, ci sono state 4.400 cancellazioni (al netto delle cancellazioni d'ufficio), con un saldo positivo di 875 unità.
In termini relativi Lizzano in Belvedere, Castel di Casio e Loiano risultano i Comuni, a livello metropolitano, con un maggior tasso di crescita, mentre Argelato, Castel D'Aiano e Lizzano in Belvedere sono in evidenza per il numero di imprese rispetto a 1.000 abitanti.

Rispetto ai settori, superano il 3% di crescita l'arte, lo sport e l'intrattenimento, le costruzioni e i servizi di informazione e comunicazione. Si segnala invece il calo del trasporto, dell’agricoltura, del commercio e della manifattura.
In evidenza l'aumento di 4.626 addetti alle imprese (+1,2%), che nel 2021 salgono a quota 398.304. In questo caso, i settori maggiormente in crescita - in termini assoluti - sono i Servizi alle imprese (+9.012 addetti) e le Costruzioni (+1.338 addetti), in linea con l'andamento - per entrambi i settori - del numero di imprese attive. In crescita anche il numero degli addetti nel Trasporto (+1.257), nonostante il calo del numero di imprese. Infine in linea con il calo osservato nelle imprese attive, il calo degli addetti nel Commercio (-1.332).
In linea generale aumentano sia le imprese attive femminili, di 291 unità (+1,6%), sia quelle giovanili, di 97 unità (+1,6%) e si rafforza ulteriormente il trend di crescita di quelle straniere, che aumentano di 606 imprese (+5,6%).
Sono 345 le start-up innovative della città metropolitana di Bologna. Si tratta di 4,1 start-up innovative ogni 1.000 imprese del territorio: un valore superiore alla media italiana (2,7) e - tra le 14 Città metropolitane - dietro solo a Milano e Roma.

Comune di Bologna

A fine 2021 il numero di imprese attive nel comune di Bologna (32.916) è cresciuto rispetto all'anno precedente (378 unità in più, pari a +1,2%). Risultano in calo il commercio, i trasporti e il settore manifatturiero, mentre sono in crescita le imprese dei settori delle costruzioni, attività professionali e tecniche e servizi di informazione e comunicazione.
Nel 2021 crescono di 105 unità (+1,5%) anche le imprese a guida femminile attestandosi a 7.289 imprese attive e rappresentano il 22,1% delle aziende operanti sul territorio comunale; continua invece, seppure in maniera più contenuta, il calo delle imprese giovanili, scese in un anno dello 0,3% (-8 unità attive).

Crescono invece gli stranieri titolari di imprese individuali (4.170, 210 in più rispetto a fine 2020; +5,3%).
Aumentano le imprese artigiane (+91 imprese nel 2021; pari a +1,1%); prosegue il trend negativo delle imprese cooperative con sede nel comune di Bologna, passate dalle 473 unità del 2021 alle 454 attuali (-4% in 12 mesi).

Analizzando la forma giuridica, si registra una crescita delle società di capitale (+4% su base annua), e, in misura minore, delle ditte individuali (+0,4%), diminuiscono le società di persone (-2,5%), mentre le imprese individuali sono aumentate di 55 unità nel corso dell'anno.
Nel 2021 nella Città metropolitana di Bologna operano un terzo di start-up innovative attive in ambito regionale, 345, e tra queste, il 66% (228) ha sede nel Comune di Bologna con una crescita del 61,7% dal 2016. Il 78,8% delle imprese attive opera nei servizi, in particolare nella produzione di software e consulenza informatica (37,4%) e in ricerca scientifica e sviluppo (11,6%); a seguire il settore dell’industria/artigianato (20,6%).

Lo studio completo 

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